Roma, corruzione: nove in manette tra dirigenti Asl e imprenditori
Tra le accuse anche la turbativa di gara pubblica per l'assegnazione di opere manutentive di strutture sanitarie romane
Nove arresti a Roma per corruzione e turbativa di appalti nella sanità pubblica. In manette sono finiti due dirigenti di un'Asl della Capitale, un gestore di laboratori di analisi cliniche e sei tra dipendenti dell'azienda sanitaria e imprenditori. Le indagini hanno portato a scoprire gravi condotte corruttive e di turbativa di gara pubblica per l'assegnazione di opere manutentive di strutture sanitarie romane. Indagati anche il deputato di FI Angelucci e il giudice Amedeo Franco, relatore del processo Mediaset.
Sono infatti ben 19 le persone finite sotto inchiesta, e tra di loro figurano anche il parlamentare FI Antonio Angelucci e l'ex magistrato di Cassazione Amedeo Franco. Sul primo si ipotizza il traffico di influenze, mentre per il secondo - relatore del collegio che ha giudicato e condannato Silvio Berlusconi - si parla di corruzione.
Il parlamentare e l'ex giudice di Cassazione - Secondo quanto accertato dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Corrado Fasanelli, Angelucci avrebbe contattato Maurizio Ferraresi, medico dirigente dell'Asl Rm1, uno dei nove arrestati, per un tentativo, non riuscito, di aggiustare un procedimento in Cassazione su un sequestro preventivo. In cambio, secondo la procura, il deputato avrebbe assicurato a Ferraresi l'assunzione delle fidanzate dei due figli.
Il dirigente Asl, a sua volta, si sarebbe rivolto a Franco, ex presidente di sezione della Cassazione attualmente in pensione. Questi, in seguito alla promessa di una falsa certificazione che avrebbe consentito a una sua amica di ottenere il rimborso di un intervento di mastoplastica, avrebbe tentato l'aggiustamento del procedimento presso il giudice competente, ma quest'ultimo si sarebbe rifiutato. Per questo episodio Ferraresi è indagato per corruzione in concorso con Franco.
Gli altri indagati - Coinvolti poi dirigenti e pubblici ufficiali, imprenditori ed altri soggetti che sarebbero entrati in una rete di reciproche facilitazioni affaristiche. Queste ultime erano finalizzate alla realizzazione di profitti e vantaggi personali mediante traffici di influenze e la redazione di false attestazioni.
Angelucci si difende: "Estraneo ai fatti" - Il deputato di Fi Antonio Angelucci, in relazione all'avviso di garanzia notificato dalla procura di Roma, sottolinea in una nota che l'ipotesi di traffico di influenze illecite a suo carico riguarda "due assunzioni che non sono avvenute" e si dichiara "totalmente estraneo ai fatti", confermando "la sua piena fiducia nell'operato della magistratura".
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