Prosegue il credit crunch, imprese ancora in difficoltà
Nonostante il calo di gennaio, lo stock delle sofferenze bancarie rimane ancora piuttosto elevato. Ancora giù i prestiti alle imprese
Uno dei fattori che più ha condizionato, negativamente, la ripresa del tessuto imprenditoriale italiano – oltre al rallentamento della domanda legato alla crisi economica – è la difficoltà nell’accedere al credito. Ma c’è un motivo se le banche, nel corso della crisi, hanno deciso di chiudere i rubinetti dando il via al cosiddetto credit crunch: l’enorme mole di crediti insoluti.
Le sofferenze bancarie - ovvero quei crediti per cui la riscossione non è certa –, nonostante qualche segnale incoraggiante, viaggiano ancora a livelli piuttosto elevati, tanto che ad oggi lo stock di sofferenze risulta praticamente quadruplicato rispetto al 2008. Tuttavia, secondo l’ultima analisi di Unimpresa, a gennaio si è registrato un nuovo calo di quasi due punti percentuali, passando a 197,9 miliardi dai 291,8 miliardi del gennaio del 2016.
In particolare l’indagine parla di un calo di circa il 2% per le sofferenze legate alle imprese e un -2,16% per quelle legate ai prestiti alle famiglie. In crescita, invece, dello 0,44% i prestiti insoluti legati alla pubblica amministrazione, alle assicurazioni e alle onlus.
Nonostante il calo delle sofferenze, a gennaio lo stock di prestiti al settore privato è però nuovamente sceso rispetto allo stesso mese di un anno fa. Unimpresa spiega, infatti, che nei dodici mesi in questione il totale degli impieghi al settore privato è diminuito di quasi dieci miliardi di euro, riportando un -0,7% nell’arco di tempo considerato, e se da un lato si rileva una crescita del credito concesso alle famiglie a bilanciare negativamente il dato sono stati i prestiti alle imprese.
Dalle tabelle si può notare come il credito concesso alle imprese sia diminuito del 2%, scendendo quindi di 15 miliardi. Una contrazione legata soprattutto al calo dei prestiti a lungo (-12 miliardi di euro) e a breve termine (-14 miliardi), mentre hanno registrato una crescita quelli a medio termine (+11 miliardi di euro). Per quanto riguarda invece le famiglie, Unimpresa, indica una crescita di cinque miliardi per il credito al consumo e di sei miliardi per i mutui. Sono diminuiti, invece, di 5,6 miliardi i prestiti personali.
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