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Lo Stato Sociale: "Finalmente siamo (anche) pop"

Il grupppo presenta a Tgcom24 il nuovo disco "Amore, lavoro e altri miti da sfatare" uscito il 10 marzo

Disco della maturità per Lo Stato Sociale, che con il terzo lavoro "Amore, lavoro e altri miti da sfatare" (uscito il 10 marzo) consolidano il percorso fatto finora con un'impronta più marcatamente pop. "Non si tratta di una vera svolta, ma sicuramente suona meglio perché probabilmente è più curato". Dieci tracce che fotografano in maniera dissacrante la società di oggi, dall'ossessione per i social al successo individuale come unica ragione di vita

Seduti su un divanetto Bebo, Carota, Checco, Lodo e Albi presentano il nuovo disco, senza prendersi troppo sul serio. Esplosi nel 2012 nella scena indie con "Turisti della democrazia", dopo il lavoro "L'Italia peggiore" (2014) e centinaia di live all'attivo, il 22 aprile sono pronti a salire sul palco del Forum di Milano con un "bel concerto da mitomani" come lo definiscono loro.

Amore, lavoro e... altri miti di sfatare. Quali sono questi altri miti da sfatare?
Innanzitutto l'idea del successo e del riscatto individuale, ma anche l'autorappresentazione su internet e perché no il veganesimo (ridono ndr.). E poi l'idea che si possano fare scelte non politiche, che non esistano né destra né sinistra, l'austerity... ma ce ne sono ancora molti altri.

Questo disco segna una svolta verso il pop...
In realtà abbiamo sempre variato molto, senza ricondurci ad un unico stile. Tant'è vero che il nostro primo Ep si chiamava 'Welfare pop' e voleva essere pop, poi in realtà non lo era perché era registrato molto male (ride).

Come siete riusciti ad affrontare il cambiamento come gruppo?
E' stato abbastanza casuale, così come il risultato finale dei pezzi. E' il nostro lavoro collettivo che determina la scrittura dei brani.

In copertina ci sono una donna con il paralume, un poliziotto e un orsacchiotto... Cosa rappresentano?
Abbiamo lavorato con Pipo (al secolo Giuseppe Palmisano), fotografo molto apprezzato e che conosciamo da tempo. Sono rispettivamente l'amore, il lavoro e "altro"... però possono essere anche intercambiabili.

Dai palchi piccoli al Forum di Assago. Com'è cambiato il rapporto con i fan?
Da parte nostra non c'è stato un cambiamento, dopo i concerti ci fermiamo sempre per una birretta e quattro chiacchiere. I concerti per noi sono dei riti collettivi tra chi sta sopra e sotto il palco. Devo dire però che loro hanno preso più coraggio, soprattutto per quanto riguarda le critiche ed è una cosa che ci fa piacere.

Anche sui social l'interazione è forte...
Per noi è un lavoro collettivo, fatto da noi e loro (i fan ndr.). Siamo forse gli unici che buttano giù una strofa e la pubblicano online per vedere cosa succede, dando poi importanza alle reazioni.

In "Nasci rockstar muori giudice" toccate l'argomento talent. Qual è la vostra opinione in merito?
I talent sono fatti principalmente per interpreti, mentre noi scriviamo le nostre cose. Questa è la differenza fondamentale, sono due modi diversi di fare le cose. (Interviene Checco) Però possono anche essere uno strumento promo per chi scrive, come è successo con Giò Sada che ha un trascorso nella scena punk hardcore.

Il 22 aprile sarete sul palco del Forum di Milano, come vi state preparando?
Io personalmente (parla Lodo ndr) quando so che c'è gente che ha pagato per vedermi sono tranquillissimo, perché dal primo all'ultimo sono lì proprio per me. E nessuno può essere me meglio di me. (Interviene Carota ndr.) Questa è la cosa che invece a me fa cag*** addosso...

TRACKLIST:
01 60 milioni di partiti
02 Amarsi male
03 Quasi liberi
04 Buona sfortuna
05 Eri più bella come ipotesi
06 Niente di speciale
07 Mai stati meglio
08 Nasci rockstar, muori giudice ad un talent show
09 Per quanto saremo lontani
10 Vorrei essere una canzone

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