Il quadro che emerge dal focus della Fondazione Symbola sul design è quello di un settore che, nonostante le difficoltà della crisi economica, è comunque rimasto in salute, crescendo ad un ritmo superiore rispetto agli altri comparti dell’economia italiana.
Tra il 2011 ed il 2015, segnala la Fondazione, il valore aggiunto del design è infatti aumentato del 10,8% contro il -0,1% dell’economia nazionale, riportando un trend incoraggiante anche dal punto di vista occupazionale: il numero degli addetti è infatti cresciuto del 13,8% contro i calo dell’1,5% registrato a livello nazionale.
Stando alle ultime rilevazioni le imprese attive nel campo del design sono 29.065 in Italia, contro le 20.606 del Regno Unito, le 23.083 della Germania, le 34.228 della Francia e le sole 5.113 della Spagna (in totale nell’Unione europea si contano 175.692 imprese).
Con un fatturato di 4,4 miliardi di euro, il nostro Paese è secondo in Europa sia per ricavi del design che per l’incidenza degli stessi sul complesso dell’economia (al netto dell’agricoltura e dei servizi alla persona). L’incidenza in Italia è infatti pari allo 0,15%, piazzandosi alle spalle del Regno Unito, con lo 0,17%, ma avanti a Germania, con lo 0,06%; Francia, con il 0,05%; Spagna, 0,05%; e ben al di sopra della media Ue; ferma allo 0,09%.
Anche per il numero di addetti, il design italiano fa meglio dei principali partner europei. Con 47.274 occupati l’Italia ha infatti il numero più elevato dopo il Regno Unito, con 51.509 addetti nel settore.
Un altro dato interessante sul settore è legato alla concentrazione delle imprese del design a livello regionale. Gran parte di esse infatti è attiva nel Nord d’Italia: il 24,9% in Lombardia, l’11,6% in Emilia Romagna, l’11,2% in Veneto e il 10,5% in Piemonte. Le stesse regioni che possono vantare il più elevato numero di occupati nel settore manifatturiero, “a conferma – spiega la Fondazione Symbola nel focus - del ruolo che il design assume nel rapporto tra ideazione e produzione”.