L'INTERVISTA

Eutanasia, mafie, sessualità: parliamone a scuola. Parola di Saviano

"Sono temi delicati ma urgenti da affrontare superando le barriere dei tabù", così lo scrittore e giornalista campano

Dal dibattito sull'eutanasia, argomento molto discusso nelle ultime settimane a seguito della vicenda di Dj Fabo - di cui "non è solo giusto, ma necessario" parlare tra i banchi di scuola - fino a temi più scottanti e delicati come bullismo, mafia e droga. Per Roberto Saviano bisogna trovare il tempo e il coraggio di affrontare questi argomenti con gli studenti, durante la normale didattica, superando i tabù. Ecco la scuola che vorrebbe il famoso giornalista e scrittore. A raccontarla direttamente lui, in una lunga intervista a Skuola.net, in cui ha anche svelato qualche dettaglio sul suo vissuto da insegnante e del suo passato da studente.

Da una nostra indagine risulta che il 78% degli studenti vorrebbe parlare di eutanasia a scuola. Perché secondo te è giusto discuterne in classe?
"Non è solo giusto, ma necessario. E lo è perché la vita in sé contiene anche la sua fine, e una fine dignitosa rende giustizia a una vita vissuta cercando la felicità. La storia di Fabo, che è stato a lungo prigioniero nel suo corpo, è la storia di un uomo che è stato ragazzo, e che più di ogni altra cosa nella vita ha desiderato scegliere. Scegliere come vivere. Dove vivere. E anche come morire. Le parole sono importanti e riflettere sul loro utilizzo non è vuoto esercizio. Dire che Fabo abbia praticato “suicidio assistito” è cosa assai diversa dal dire che ha necessitato di 'assistenza medica alla morte volontaria'. Qual è la differenza? Non è evidente? In un Paese dall’anima profondamente cattolica come l’Italia, parlare di suicidio relega il gesto di Fabo a quella zona della nostra sensibilità che etichetta tutto come peccato. Il suicidio è peccato. Togliersi la vita è peccato. Cosa accade però quando la vita, per chi la vice, non è più tale? La necessità che gli studenti sentono di confrontarsi con i temi etici non va letta come necessità di sondare la propria spiritualità, la propria intimità, ma è qualcosa di estremamente concreto. I ragazzi, gli adolescenti, sanno quasi in maniera istintiva che non esiste nulla di più concreto di un diritto: di un diritto negato, di un diritto concesso, di un diritto da pretendere e da ottenere".

Perché non si fa abbastanza? La morte è ancora un tabù o c’è paura di affrontare determinati argomenti?
"La morte è un tabù, la procreazione è un tabù, il carcere è un tabù, la droga è un tabù. Tabù è tutto ciò che implica ragionamento, approfondimento, studio. Tabù è tutto ciò che puoi banalmente liquidare, senza quindi approfondire, informarti o studiare, pensando che tutto sommato si tratta di un aspetto immutabile dell’esistenza, che è sempre stato così e così sempre sarà".

Potrebbe essere utile riformare i programmi scolastici includendo ore di didattica dedicate ad approfondire argomenti anche delicati, per migliorare la loro coscienza critica?
"Ma davvero c’è bisogno di riformare i programmi o si tratta piuttosto di argomenti che rientrano a buon diritto in aree disciplinari già esistenti? Mafia è storia. Sessualità, vita e morte sono scienze, biologia, ma sono argomenti che rientrano anche in materie umanistiche. Pedofilia, bullismo sono argomenti che vale la pena trattare in ogni ambito disciplinare. Se pensiamo alle statistiche sarebbero anche oggetto di studio scientifico-matematico. Se pensiamo agli articoli di giornale, ai reportage e ai libri su questi argomenti, allora è italiano, educazione civica. Droga è scienze, biologia, chimica. Non bisogna inventare materie, ma trovare il tempo, e soprattutto il coraggio, per affrontare questi argomenti durante le ore di didattica già disponibili".

Parallelamente, ci sono invece argomenti scolastici a cui daresti meno rilevanza per far posto a temi più attuali?
"Assolutamente no. Io sono ateo, ma anche l’ora di religione può essere utilissima se usata per studiare culture e religioni diverse. Ai miei tempi era un’ora persa. PeR lo più si andava in bagno a fumare".

Quali sono a tuo parere le tematiche più urgenti da affrontare in questo momento per coinvolgere i ragazzi, e aiutarli a comprendere meglio il mondo che li circonda?
"Bisogna parlare di droghe, ciò che è accaduto a Lavagna lo pone come priorità. Capire cosa sono, come agiscono, quanto male possano fare. È fondamentale capire che la repressione ha fatto il suo tempo e ha fallito. Servono momenti di incontro con i genitori mediati da chi ha potuto affrontare l’argomento con i ragazzi anche in maniera scientifica. Bisogna parlare delle condizioni dei detenuti, dello stato delle carceri italiane per capire che spesso sono luoghi dove non si educa o rieduca ma si punisce e ci si forma per una vita criminale di maggior spessore. Bisogna studiare i flussi migratori, studiare perché si arriva in Europa e con quali aspettative. Studiare quali realtà lascia chi si mette in viaggio e studiare anche cosa dovrebbe trovare, in cosa è carente l’accoglienza che offriamo. Bisogna parlare di come funziona l’informazione e come lavorano i social network, bisogna darsi strumenti per capire come valutare un’informazione, come capire quando è cronaca e quando già è opinione. Concetti come 'messaggio semplice', 'viralità' ed 'engagement', parole d’ordine sui social, sono diventate anche le parole d’ordine della politica. E quindi: cosa siamo noi sui social? Che ruolo abbiamo? Come agiamo e come reagiamo? Che responsabilità abbiamo?" 

Ti è capitato anche di tenere delle lezioni: hai mai sognato di diventare professore a tempo pieno? Che tipo di professore saresti
"Molte volte ho tenuto lezioni ed essere professore mi piacerebbe moltissimo. Sarei uno che si fa i fatti vostri [degli studenti]".

Ti ricordi quale tema hai scelto alla maturità? Come è andato?
"Non ricordo la traccia. Tanta paura che possa saltare fuori quel tema o altri… confido nella distruzione degli archivi del liceo".

Che tipo di studente eri?
"Secchione, ma suggerivo e passavo i compiti, quindi mi si voleva bene. Poi avevo una folta chioma liscia e lunga, molto metal".