Un filo che unisce passato, presente e futuro. E' "Un filo senza fine", ovvero l'album che segna il ritorno di Paolo Vallesi. Il cantautore toscano vi ha raccolto alcuni inediti, tra i quali il singolo "Pace" presentato a Sanremo con Amara, e alcuni classici riarrangiati con un'orchestra sinfonica. "Ho anche osato alcuni arrangiamenti elettronici per me inediti - spiega a Tgcom24 -. Mi permettono di esaltare il mio lato più pop".
Nelle note di presentazione definisci questo disco come un lavoro che prende in un colpo solo passato, presente e un pezzetto di futuro...
Infatti 'un filo senza fine' non è solo il titolo di una delle tracce dell'album ma è proprio il sunto di questo lavoro, che a livello di suono spazia dalla musica sinfonica a quella elettronica. E' un contenitore un po' strano, persino complesso.
In effetti alcune sonorità spiazzano pensando alla tua storia musicale...
Il fatto di aver dato un suono elettronico ad alcuni brani rappresenta il mio modo di interpretare il futuro della musica. E' un genere che adoro e mi piace vestire i miei brani in questo modo esaltando il loro lato pop.
"Pace" è stata presentata all'ultima serata. Carlo Conti vi ha voluti ad ogni costo. Come mai allora è stata esclusa?
La composizione del cast del Festival di Sanremo è il frutto di contrattazioni infinite tra molte componenti in gioco. Sta di fatto che al momento decisivo, il giorno stesso dell'annuncio delle canzoni, Carlo mi ha mandato un messaggio anticipandomi l'esclusione ma dicendo che il brano gli piaceva così tanto che avrebbe fatto di tutto per portarla sul palco dell'Ariston. E così ha fatto. Non possiamo che ringraziarlo.
Come è nata la collaborazione con Amara?
In modo tanto semplice e casuale quanto vero. La conoscevo per la canzone che aveva portato al Festival due anni fa. Durante quell'esecuzione rimasi ipnotizzato da come interpretava. Fatto sta che in occasione di un concerto di beneficenza che abbiamo fatto nel giugno scorso, volevo incontrarla per farle i complimenti e nello stesso momento lei stava venendo a cercare me per ringraziarmi delle cose che ho fatto nella musica.
Un vero incontro predestinato...
Poi siamo stati a parlare fino alle 4 del mattino e lei mi ha anche fatto ascoltare 'Che sia bendetta', che aveva scritto da poco e non è ancora destinata a Fiorella Mannoia. E da quello è nata l'idea di collaborare. Quando mi ha presentato 'Pace', pochi mesi dopo, me ne sono innamorato subito: è una canzone che cantata in duetto assume una forza che in una interpretazione singola non avrebbe.
Quest'anno "La forza della vita" compie 25 anni. Ma la cosa straordinaria è che quell'album vendette quasi 500mila copie, numeri oggi impensabili persino per qualche stella internazionale...
Erano altri tempi. Nel computo totale io ho venduto circa un milione di dischi, che è una cosa che mi fa sorridere. All'epoca non c'era modo di ascoltare la musica in modo gratuito. Oggi si sostituisce tutto con i follower e i like che ovviamente non hanno lo stesso valore. Tutto questo fa male perché il fatto che la musica muovesse del denaro dava lavoro a un sacco di persone. Ma anche la qualità ne risente.
In che senso?
Avere grossi budget a disposizione significa poter lavorare con più calma sulle produzioni, usare più musicisti, fare cose più complicate. Per questo se oggi senti i dischi dei Coldplay ti rendi conto che sono su un altro mondo. Non solo a livello di scrittura ma avverti proprio la possibilità di fare dischi con altri tempi e altri mezzi.
Un artista che ha vissuto quel periodo come si reinventa in un panorama così mutato?
Fortunatamente quello che non è mai cambiato è l'ambito live. I concerti oggi al centro di un progetto musicale: prima con i dischi potevi anche mantenerti, adesso sono diventato un mezzo promozionale per andare in giro a suonare dal vivo. Fortunatamente per me questa dimesione è sempre stata positiva: io sono un musicista prestato al canto, per me la musica è qualcosa che va composto, arrangiato, musicato e presentato sul palco.