Luciano Capelli ha 70 anni ed è un prete sui generis, un “vescovo volante” unico al mondo in missione alle Isole Salomone. Nel 1999 inizia una sfida: portare l'opera di Don Bosco ai fedeli delle tribù agli "estremi confini della terra", scendendo col suo idrovolante nelle acque dell’oceano più esteso per superficie e volume. "Son 5 anni che volo, con grande soddisfazione perché mi aiuta a riempire il vuoto che c’è tra me e la gente”.
Monsignor Capelli, originario della provincia di Sondrio, ha volato nei cieli cremonesi assistito dall’istruttore Graziano Mazzolari all’aeroporto di Cremona-Migliaro per prendere confidenza col nuovo aereo Savannah, con tanto di emblema episcopale, comprato dalla Cei, con i fondi del terzo mondo, per favorire il suo apostolato. La licenza di volo, invece, nel 2011 è stata un regalo dell’Aero club di Caiolo, in Valtellina.
“Io sono vescovo dal 2007, quindi da 10 anni ma volo da 6 anni – ha concluso il vescovo - l’aereo è arrivato 5 anni fa perché essendo idrovolante ci vogliono 3 brevetti. Aereo, passeggero e idrovolante, quindi ci ho impiegato un pò".
"Un vescovo volante perché – ha spiegato ad askanews – mi trovo vescovo in una diocesi piena di isole e l’isolamento è il problema principale. Quindi l’isolamento si risolve con una presenza che è possibile solo se c’è un mezzo che ti porta. Allora con questo mezzo io posso visitare tutte le mie stazioni missionarie tre, quattro o cinque volte all’anno. Senza di esso dovrei usare una barca che è costosissima, pericolosissima e impiegheremmo di più”.