"Vorrei che questa notte non finisse mai...". Lo strazio di Valeria, la fidanzata di dj Fabo, arriva su Facebook in un post di domenica notte. Dieci ore dopo il suo Fabiano, 40 anni, si è spento accanto a chi amava. Prima di attivare l'ultima procedura per morire, in una clinica in Svizzera, Fabo ha rivolto un'ultima raccomandazione ai tre amici che lo hanno accompagnato: "Non prendetemi per scemo, devo chiedervi un favore: mettete sempre le cinture".
Intanto Marco Cappato, esponente dell'Associazione Coscioni che ha aiutato Fabo ad arrivare in Svizzera per morire, si è presentato dai carabinieri di Milano per autodenunciarsi. Prima di entrare in caserma, l'esponente radicale ha spiegato che "se ci sarà l'occasione di difendere davanti a un giudice quello che ho fatto, lo potrò fare in nome di principi costituzionali di libertà e responsabilità fondamentali che sono più forti di un codice penale scritto in epoca fascista". Cappato ha chiarito, infatti, che nel codice penale "non si fa alcuna differenza tra l'aiuto a un malato che vuole interrompere la propria sofferenza e lo sbarazzarsi di una persona di cui ci si vuole liberare, mentre la Costituzione questa differenza la fa". Secondo Cappato, "se i malati terminali potessero bloccare stazioni e strade per settimane, come altri hanno fatto, la legge sull'eutanasia l'avremmo avuta 40 anni fa".
Gentiloni: "Doveroso il confronto in Parlamento" - Sulla vicenda è intervenuto anche il premier Paolo Gentiloni: "Mi sento colpito dalla storia di dj Fabo, come credo lo siano tutti i nostri concittadini. Il governo guarda con rispetto al confronto parlamentare che c'è e che credo sia doveroso". "Voglio solo aggiungere che la legge su cui la Camera è chiamata a confrontarsi riguarda il cosiddetto testamento biologico e non l'eutanasia", ha aggiunto il presidente del Consiglio.