Quasi 500 embrioni, un tempo custoditi alla Clinica Matris di Milano, dovranno essere attribuiti e restituiti ai legittimi proprietari dalla Procura dopo che il Tribunale del Riesame ne ha disposto il dissequestro nell'ambito dell'inchiesta in cui Severino Antinori è accusato di aver "rapinato una infermiera spagnola". Si tratterebbe però del frutto di una fecondazione avvenuta non in base alla legge 40 ma tramite una presunta compravendita di ovociti. La decisione del Riesame sul dissequestro è immediatamente esecutiva. Il ginecologo è sotto processo davanti all'ottava sezione penale a Milano.
L'accusa è sempre stata respinta dal ginecologo che afferma di non aver mai acquistato ovuli ma che semmai questi sono sempre stati frutto di donazioni. Antinori sostiene di aver semmai rimborsato le spese di soggiorno a Milano alle donne. Dopo un precedente dissequestro, gli ovuli non restituiti alle coppie legittime che ne avevano fatto richiesta, furono risequestrati insieme a molto altro materiale biologico il 13 ottobre 2016.
Il pm Ripamonti, titolare del fascicolo, ha affidato il compito di individuare esattamente chi abbia il diritto a vedersi restituire gli embrioni fecondati. Un compito molto difficile poichè la fecondazione sarebbe avvenuta tramite una compravendita di ovociti nella struttura di via dei Gracchi, con il reperimento degli ovuli dietro il presunto pagamento di tariffe ben precise in Spagna o dietro compenso di qualtre altra donna in Italia.
Secondo i giudici del Riesame, che hanno domandato alla Procura di "accertare la titolarità di quanto sequestrato", Antinori non ha diritto alla restituzione degli embrioni ora custoditi in appositi congelatori alla clinica Mangiagalli, in quanto mero depositario. Per arrivare a identificare i legittimi "genitori" degli embrioni si prevedono alcune settimane di ricerca.