La procura francese ha annunciato l'apertura di un'inchiesta giudiziaria nei confronti di Francois Fillon, candidato alle presidenziali, e di sua moglie Penelope. Le ipotesi d'accusa - come risultava dall'inchiesta preliminare finora in corso - riguardavano i reati di appropriazione indebita e storno di fondi pubblici. L'inchiesta, affidata a un giudice istruttore, può concludersi con il rinvio a giudizio o con l'archiviazione.
Fillon è accusato di aver corrisposto dei salari (da fondi pubblici) alla moglie e ai figli per dei compiti di assistenza parlamentare che invece questi non avrebbero mai svolto.
Nella corsa all'Eliseo i protagonisti sono ormai i giudici. Quelli che fino ad oggi sono stati i principali candidati, Marine Le Pen e Francois Fillon, sono in piena bufera giudiziaria, su di loro pesano inchieste compromettenti. La Le Pen ha deciso di sfidare le toghe, non rispondendo alla convocazione per un interrogatorio.
E' Emmanuel Macron con il suo "En Marche" - ufficialmente alleato con il centrista Francois Bayrou - ad uscire per il momento indenne da questa inattesa tempesta che si abbatte sulla campagna delle presidenziali: secondo un ultimo sondaggio, rimonta di tre punti e tocca quota 22,5%, di quattro misure dietro la Le Pen (26,5%). Sarebbero loro - al momento - i duellanti al ballottaggio, ma Fillon non cede e resta al 20,5%.
Le Pen sfida i giudici e salta interrogatorio - "Verrò soltanto dopo la fine delle elezioni politiche", ha risposto la Le Pen ai giudici che l'hanno convocata mercoledì, avvalendosi dell'immunità parlamentare e non andando all'interrogatorio insieme con la sua guardia del corpo Thierry Legier e la sua capo di gabinetto ed ex cognata, Catherine Griset. La presidente del Front National è in realtà entrata in un terreno di sfida. Perché, secondo la prassi, essere interrogati senza essere neppure indagati non farebbe parte - secondo alcune interpretazioni - della sfera dell'immunità. Per questo - in una lettera inviata ai magistrati - la Le Pen invoca una certa "tregua elettorale" che però non ha fondamenti giuridici.
"Mi stupisce questa precipitazione - scrive la Le Pen - a meno che non si debba ritenere che questo passo giudiziario possa essere utilizzato per altri scopi". Ad esempio, quello di farla finire poi sotto inchiesta, come capitato alla Griset, sua amica e collaboratrice inseparabile da anni.
Caso Fillon - Su Fillon, la bufera cominciata un mese fa non accenna a schiarite, anzi. L'inchiesta preliminare, portata avanti dalla polizia, non si è fermata. Al contrario, è sfociata nell'apertura di un'indagine giudiziaria a carico dell'ex premier e ora candidato della destra Republicains e di sua moglie Penelope, per i presunti impieghi fittizi come assistente parlamentare.
L'inchiesta passa ora nelle mani di un giudice istruttore che - nella maggior parte dei casi - finisce per mettere sotto inchiesta i sospettati e decidere poi - dopo l'istruttoria - di archiviare o di rinviare a giudizio. Fillon - che nella sua prima reazione aveva detto di voler rinunciare alla candidatura se indagato - si è poi corretto annunciando di voler "andare fino in fondo" anche se sotto inchiesta.