I proverbi si sprecano: errare è umano, chi non fa non falla, nessuno è perfetto. Eppure uno sbaglio può costare molto caro. Se proprio non è possibile evitare di cadere in questi trabocchetti sempre in agguato, come si fa per lo meno a caderne vittima il meno possibile e soprattutto a farne tesoro, in modo da evitare di ritrovarsi nella stessa situazione la volta successiva?
Una questione… di occhio! - Il primo presupposto per imparare da un proprio errore è… vederlo, ossia riconoscerlo per quello che è. Se non ci si riesce subito, a botta calda, impariamo a riconsiderare le cose e a rifletterci in un momento successivo. Mentre è molto facile notare gli sbagli e i comportamenti inadeguati quando è qualcun altro a commetterli, vedere le proprie malefatte per quello che sono è molto più difficile. E’ anche complicato ammettere di aver sbagliato quando è qualcun altro a farcelo notare: un errore ci mette sempre in discussione e non è da tutti ammetterlo. Un modo per accettare l’idea di aver sbagliato e che qualcosa è colpa nostra, sta nel provare ad osservarsi dall’esterno e a rifletterci con obiettività, mettendo da parte l’orgoglio.
Essere buon giudice - Un altro modo per arrivare a una visione più imparziale di noi stessi sta nel moltiplicare i punti di vista con cui giudichiamo un fatto o una situazione. Vietato auto ingannarsi e trovare scuse facili, ma è sbagliato anche considerare giusto solo quello che pare a noi. A volte gli errori sono causate da cattive abitudini e da preconcetti: per evitare di rifare lo stesso sbaglio bisogna mettersi in discussione e fare un vero sforzo per cambiare il nostro modo di pensare.
Perché abbiamo sbagliato? – L’errore va analizzato e compreso: in che cosa abbiamo mancato? Che cosa avremmo dovuto fare per evitare l’errore? Qual è il motivo per cui abbiamo sbagliato? Quando abbiamo terminato di sviscerare la situazione, occorre accettare lo stato di fatto e fare i conti con il dispiacere che deriva da ogni scelta di cui dobbiamo pentirci. Giudicarsi senza pietà non ci aiuterà a fare meglio la prossima volta: aumenta solo il senso di frustrazione. Anzi, il timore di sbagliare nuovamente può paralizzarci e relegarci all’immobilità. Molto meglio guardare avanti e concentrarsi sul passo successivo.
Perdono! – Se è vero che indietro non si torna, chiedere sinceramente perdono a chi abbiamo danneggiato con il nostro comportamento è un atto doveroso. Tra l’atro farà bene anche a noi: ci aiuterà a placare il senso di colpa. Quando saremo stati perdonati dagli altri, impariamo a perdonare noi stessi: ci aiuterà a ripartire con serenità.
Il lato buono - Un pensiero positivo che può essere d’aiuto è che anche l’evoluzione procede per errori successivi e che lo stesso accade al bambino che diventa adulto: i nostri errori possono renderci più forti e più consapevoli e sono una possibilità di cambiamento e di crescita. Ogni esperienza, anche quelle negative, ha una lezione da insegnarci. Il punto sta nell’individuare questo insegnamento per farlo nostro e uscirne più forti davanti al futuro.
E alla fine ridici su! – Un po’ di sano senso dell’umorismo non guasta mai. Aiuta a superare il senso di frustrazione, mette un freno all’orgoglio e aiuta a pensare positivo. Come diceva Shakespeare “ridere dei nostri errori può allungare la nostra vita”.