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Migliorano le prospettive di crescita dell’Eurozona

L’indice Pmi composito dell’Eurozona si è portato a 56 punti a febbraio. Secondo Markit se l’attività economica dell’area dovesse procedere a questo ritmo, il Pil potrebbe crescere dello 0,6% nel primo trimestre

A febbraio l’attività economica dell’Eurozona è migliorata a tal punto da segnare un record in quasi sei anni. È quanto emerge dall’analisi PMI mensile di Markit Economics secondo cui, se la tendenza si protrarrà fino a marzo, a fine trimestre si potrebbe registrare una crescita del Pil dell’area dello 0,6%, contro il +0,5% del quarto trimestre e il +0,4% del terzo trimestre del 2016.

Secondo la stima preliminare flash, l’indice Pmi composito dell’area della moneta unica (calcolato appunto da Markit) si è attestato a 56 punti a febbraio 2017, segnando un record dal 2011 e mostrandosi in netto rialzo rispetto ai 54,4 punti di gennaio. Le stime indicavano un calo a 54,3 punti.

Entrando nel dettaglio, dal resoconto si può osservare come l’indice Pmi delle Attività terziarie (servizi) della zona euro sia aumentato dai 53,7 punti di gennaio a 57,2, quello della produzione manifatturiera da 56,1 a 57,2, mentre l’indice Flash Pmi del manifatturiero ha registrato un incremento da 55,2 punti a 55,5 punti. In tutti e tre i casi si tratta di livelli record.

Markit spiega poi che a febbraio si è registrato anche un notevole aumento degli ordini, toccando un livello che non si vedeva dall’aprile del 2011. L’entrata di nuove commesse, legata ad un aumento della domanda e all’indebolimento dell’euro, ha comportato anche un notevole aumento dell’occupazione, che registra l’incremento composito mensile più elevato dall’agosto del 2007 (nel terziario si parla dell’aumento più netto dell’occupazione in 9 anni).

Guardando alle singole economie dell’area, Markit evidenzia il forte aumento dell’indice Pmi composito francese che, portandosi a 56,2 punti, supera per la prima volta dal 2012 quello tedesco, “fermo” a 56,1 punti. In entrambi i casi gli economisti di Markit hanno registrato il più elevato aumento degli ordini dal 2011, con un conseguente aumento dei posti di lavoro creati.

Abbiamo visto quindi come sia la produzione, i nuovi ordini che l’occupazione stiano piano piano risalendo. Ma i prezzi? Le pressioni inflazionistiche, spiega ancora Markit, continuano ad intensificarsi. I prezzi medi di acquisto, spiega l’azienda, sono aumentati anch’essi a livelli record dal 2011 (nel terziario si è registrato un forte e accelerato aumento dei costi di gestione, mentre per il manifatturiero si rileva l’aumento più netto dei prezzi d’acquisto dal 2011). Andamento analogo anche per i prezzi medi di vendita di servizi e merci, legato ad un leggero aumento dei prezzi di vendita del terziario e al più forte incremento delle tariffe dal giugno del 2011.

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