"Gimme Danger" è il documentario pensato come atto d’amore che Jim Jarmusch ha dedicato al vecchio amico e idolo Iggy Pop e a quella che proprio il regista definisce "la più grande rock band di ogni tempo", gli Stooges. Si snoda tra il racconto e i ricordi dell'Iguana e un collage di materiali per lo più inediti "che voleva essere emozionante, divertente, pop e caotico". Presentato l'anno scorso a Cannes, arriva in sala solo per 2 giorni, il 21 e 22 febbraio.
Il documentario è costruito su una lunga intervista che il Jarmush ha fatto a James Osterberg, in arte Iggy Pop, leader carismatico e cantante della band, che non risparmia niente riguardo a formazione comunista, droga, follie sul palco. La sua voce cavernosa ha il compito di raccontare nascita, scioglimento e successiva riconciliazione del quartetto. Attraverso il punto di vista dell’Iguana viene così ricostruito il modo istintivo e poco professionale in cui gli Stooges vivevano la musica.
Tante le storie raccontate, dal primo stage diving sulle ragazze in prima fila andato male (rottura dei denti davanti), fino ai rapporti con altri gruppi e cantanti come Velvet Underground, Nico, John Cale, Andy Warhol. Si passa da aneddoti divertenti come quello del manager che gli propone una versione musicale di Peter Pan (e Iggy Pop propende per un musical su Charles Manson), o lo scontro mancato con John Wayne a Hollywood, fino all'incontro con David Bowie e alla storia di quando cantarono alla convention democratica a Chicago nel 1968.
Il documentario termina con un'autocelebrazione di Iggy Pop: "Non voglio far parte del glam o della musica alternativa, di nessuna di queste cose. Non voglio essere punk. Voglio solo essere". E "Gimme danger" è il giusto tributo a una band mai abbastanza celebrata.