SUICIDA PER VERGOGNA

Video hot, caso verso l'archiviazione, "immagini diffuse da Tiziana"

Le ultime deposizioni della ragazza venute alla luce farebbero cadere le accuse contro i 4 giovani ritenuti responsabili della pubblicazione online dei filmati

Sarebbe stata Tiziana Cantone stessa, insieme con il fidanzato Sergio Di Palo, a diffondere online i suoi video hot. Un particolare che sta assumendo contorni sempre più precisi nelle indagini sul suicidio della 31enne di Mugnano (Napoli), che si tolse la vita per la vergogna di essere stata messa alla berlina online proprio per le immagini a luci rosse diventate virali sulla Rete.

L'inchiesta potrebbe dunque essere sulla strada dell'archiviazione dopo gli ultimi particolari venuti alla luce sul caso. A sostenere la nuova tesi è il pm di Napoli, Alessandro Milita, secondo cui, scrive il "Mattino", dietro il lancio online di quei filmati ci sono loro, Tiziana e Sergio. Ne deriva la richiesta di archiviazione del procedimento contro i quattro giovani che, secondo la stessa Tiziana, sarebbero colpevoli di aver messo online quei video.

Il gip Tommaso Perrella sta valutando quella richiesta. Milita scrive che "Tiziana risulta, per confessione stragiudiziale resa alla madre, responsabile della originaria diffusione dei video su Whatsapp, avendo coperto il principale sospetto e probabile responsabile: il fidanzato Sergio Di Palo, mai querelato, ma vi è l'elevata probabilità che lo stesso, visto il comportamento della Cantone di evitare di includerlo fra i detentori del filmato, avesse agito d'intenzione".

La madre pensava che lo stesso Di Palo avesse pubblicato i video "per costringerla a rimanere con lui".

Da parte sua, Tiziana aveva dichiarato alla polizia postale che dei suoi rapporti sessuali su Internet Di Palo era a conoscenza e che "tutto accadeva anche per nostro desiderio, nella dinamica relazionale del rapporto sentimentale anche sessuale che avevo con Di Palo. Ma i video sono stati sempre ed esclusivamente girati con il mio telefonino e ripresi dal compagno che non ha mai avuto una copia". Secondo il pm a discolpare i quattro giovani c'è il fatto che la donna "non indicava nessuna delle persone presenti alle relazioni sessuali. Ma indicando che il Di Palo era a conoscenza delle sue relazione tracciava implicitamente una dinamica del loro rapporto sentimentale e sessuale che difficilmente poteva essere disgiunta dalla condivisione, con lui, dei video prodotti dalla donna".