Valtellina: Carnevale allegro e matto
Stelle filanti sulle piste, maschere e risate a crepapelled
In Valtellina cime innevate, cielo azzurro e campanili aguzzi sono il palcoscenico di un Carnevale che vanta antiche origini su cui cadranno coriandoli a pioggia a partire dal weekend 18 - 19 febbraio.
Il nostro viaggiatore dal 17 al 19 febbraio si imbatterà negli scherzi del Carnevale dei ragazzi a
Sondrio, con la scenografica sfilata del Corteo Reale, che attraversa le vie del centro cittadino addobbate con sfarzose decorazioni, e con la discesa dal campanile del Re e della Regina del carnevale. Domenica si terrà la parata dei carri allegorici (con partenza dall’Oratorio San Rocco e arrivo in piazza Garibaldi), mentre le delizie del palato tipiche della Valtellina insieme agli spettacoli musicali spezzeranno il ritmo incalzante della festa.
A Livigno le date da annotare sono dal 23 al 28 febbraio: il 23 febbraio alle 21 si svolgerà l’imperdibile staffetta delle contrade in costume livignasco, perché qui le vere protagoniste della festa più allegra dell’anno sono le contrade del paese. Gli abitanti di Rane, Spazzon, Truzz e Trepall, per vincere il prestigioso trofeo in palio, dovranno dimostrare la loro bravura nel corso di divertenti giochi di abilità sul ghiaccio e sulla neve; uno spettacolo esilarante. Non solo: è straordinaria la creatività dei livignaschi nell’ideazione di maschere e costumi stravaganti e nell’allestimento di carri fantasiosi che sfileranno per le strade del paese in una festa di colori, scherzi e suoni (http://www.valtellina.it/it/eventi/livigno/il-carnevale-a-livigno). Dopo i bagordi della giornata per rilassarsi e pernottare l’indirizzo giusto è quello dell’hotel Spol Apline Wellness Spa, proprio nel cuore di Livigno, ma a 100 metri dagli impianti della Ski Area. Per far scaricare i più piccoli basta coinvolgerli nei giochi d'acqua della piscina, mentre gli adulti si rigenerano con idromassaggio, sauna, bagni turchi, percorso Kneipp e lettini relax (www.hotelspol.it).
Il 26 febbraio tutti a
Bormio dove si accede col divieto assoluto di dedicarsi alle cose serie: questo è infatti è il Carneval di Mat. Rievocando un antichissimo costume, i cittadini eleggono con una cerimonia ufficiale – si fa per dire - il Podestà di Mat che per un giorno svolge le funzioni del sindaco, sovvertendo così l’ordine politico del paese; spetta poi ad Arlecchino e alla Compagnia di Mat il compito di leggere pubblicamente i pettegolezzi e le lamentele depositate per tutto l’anno in Piazza del Kuerc. La pancia si riempie a suon di mestoli di Polenta dei poveri, dopodichè inizia la sfida della scalata del palo della cuccagna.
Anche ad
Aprica con la follia non si scherza: il 2 marzo si tiene la Festa par i Sciori, ovvero per i signori, come un tempo venivano chiamati i turisti nel dialetto locale. Dalle 20.30 gli abitanti della contrada di San Pietro, vestiti con i costumi tipici, mettono in scena i mestieri di un tempo, come la produzione di oggetti artigianali, e invitano a entrare nelle case e nelle cantine, offrendo gustose ricette come il pan vì allo zucchero candito, il vin brulè, la polenta taragna e lo zabaione al café da duméga (caffè d’orzo). Il 4 marzo da non perdere la sfilata in maschera sugli sci, alle 15.30 (http://www.apricaonline.com/it/news/eventi). Per i pernottamenti ad Aprica da consigliare il modernissimo Hotel Meublè Ambrosini (http://www.meubleambrosini.it/).
Il 5 marzo il
Carneval Vecc di Grosio conclude le celebrazioni del Carnevale della Valtellina: si celebra la prima domenica di Quaresima come a voler concedere al nostro viaggiatore l’ultimo momento di euforia prima del digiuno quaresimale. A bordo di carri variopinti sfilano, secondo un ordine prestabilito, le Maschere Vecchie, che vengono indossate sempre dalle stesse persone: apre il corteo la coppia Magra Quaresima e Carneval Vecc – un’anziana vestita di stracci e un signore rubicondo, allegoria del passaggio dal Carnevale alla Quaresima - seguita dall’Orso e dal suo Domatore, dalla vecchia Bernarda che trasporta una pesante gerla, seguendo la diceria secondo cui a Grosio lavorano solo le donne, il Poppante che spruzza vino dal suo biberon e il Buffone Toni, l’Arlecchino di Grosio.
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