SVOLTA

Chiara Dello Iacovo: "Mi sono tolta la corazza e mi diverto"

Dopo essere passata da "The Voice" e Sanremo la cantautrice si riscopre "ribelle". Tgcom24 ha parlato con lei della sua svolta

di Massimo Longoni

Si intitola "Uscita di sicurezza" il tour che Chiara Dello Iacovo porta in alcuni club italiani in queste settimane. Una serie di concerti dove la cantautrice, dopo le esperienze di "The Voice" e Sanremo l'anno scorso, si presenta in una versione nuova. "Mi sono dovuta spogliare di tutta una serie di corazze per ritrovare la mia essenza più vera - spiega a Tgcom24 -. Per me il cambiamento è essenziale. Non affezionatevi troppo al passato".

La parola chiave del percorso artistico di Chaira Dello Iacovo, dunque, è "cambiamento". Come quello che sta affrontando in questo periodo dopo aver accettato per quasi due anni di confrontarsi con alcune situazioni non particolarmente aderenti alla sua natura artistica. E così chi la vede oggi nei concerti del tour "Uscita di emergenza", potrebbe fare fatica a riconoscerla nella ragazzina composta con un caschetto ordinato che un anno fa ha portato "Introverso" al Festival di Sanremo. Capello lungo, screziato di biondo, costumi stravaganti (come una tuta color carne con disegnato una sorta di body painting) e arrangiamenti grintosi e scapigliati dei brani del suo primo album, che pur nel taglio cantautorale presentava invece un produzione intelligentemente pop. 

L'uscita di emergenza la offri al pubblico o è quella che stavi cercando tu?
Entrambe. Qualunque cosa io regali sul palco parte da un moto sanamente egoistico. Sono reduce da due anni che mi hanno un pochino ingabbiata. Il mondo dello spettacolo è molto complicato e se ne vuoi uscire indenne devi avere le spalle larghe, soprattutto se hai delle pretese artistiche e di sensibilità di altro tipo. Ho accettato di fare "The Voice" e passare per Sanremo, ma per proteggermi continuavo a mettermi addosso degli strati che mi avevano anestetizzato, al punto di non riuscire più a capire cosa mi piacesse e cosa no. 

E alla fine ti sei ribellata...
C'è stato tutto un processo di riabilitazione, che ha coinvolto tanto la mia vita privata che quella artistica e mi ha portato a ricongiungermi con la mia sfera emotiva anziché passare sempre sotto le forche del raziocinio. L'uscita di emergenza di fatto è quell'ultima possibiltà che sentivo di avere per tornare alla mia stessa autentica, quella che avevo un pochino perso di vista.

Ti sei sentita "normalizzata" per dover piacere al pubblico?
Io sin da piccola ho vissuto il contrasto tra il voler soddisfare le aspettative di chi mi circondava, e invece, come si dice dalle mie parte, "mandare tutti a stendere". Due anni fa mi sono affacciata per la prima volta nel mondo dell'industria musicale ed entrando in un ambiente lavorativo cerchi di fare meno danni possibili. Il lato ribelle c'era ma era molto misurato, passava sempre dalle retrovie. Ora voglio capire cosa mi fa stare bene sul palco, cosa sento davvero e non salire pensando che metà delle canzoni che sto facendo siano un compito.

Un lato ribelle che traspare molto bene delle nuove versioni live delle canzoni del tuo primo album...
Sono usciti anche quei sentimenti, come la rabbia e il rancore, che avevo sempre tenuto a bada. Prima l'unico momento di sfogo in tutto il concerto era quando facevo "Iodio". Ma io nella vita non sono così: iniziavo a entrare in crisi con questa immagine solare, che sicuramente mi appartiene, ma non l'unica. C'è tutta quella lunare, che abita nel fango, che vorrei venisse fuori. 

Quindi se ti guardi indietro non ti riconosci nel suono di quel disco?
Diciamo che quegli arrangiamenti mi hanno mai soddisfatto appieno. E' un po' il problema di tutti i primi dischi. Non sono certo qui a dare la colpa a chi mi ha prodotto. Anche io entrando in studio non è che avessi chiaro cosa volessi. Di sicuro avevo presente cosa non volevo. E questo infatti è stato causa di forti discussioni durante la produzione del disco. Ma chi lavorava con me ha fatto un lavoro giusto per il canale in cui mi aveva inserita.

Forse il problema era proprio nel canale scelto...
Esatto, l'errore era in partenza, e io sarei dovuta essere destinata ad altro. Poi una cosa non esclude l'altra. Ma bisogna stare molto attenti a non farsi etichettare. 

Stai lavorando al nuovo album?
Siamo entrati in studio un mesetto fa. E' un lavoro difficile perché da una parte non posso fare una cosa completamente agli antipodi da quella fatta in precedenza, sarebbe schizofrenico. Dall'altra io scrivo canzoni con tante parole e in questo caso ce ne sono anche più del solito e quindi stiamo cercando di capire il suono che vogliamo dargli. Sicuramente c'è un approccio molto più sereno e divertito, è uno dei periodi più belli della mia vita e le persone che mi circondano credono in quello che faccio e hanno voglia di ricercare con me la direzione giusta senza pressioni e imposizioni.

Il tour è anche un modo di testare la reazione del pubblico a questa nuova Chiara?
Quando stavo dall'altra parte ho sempre pensato a quei cantanti che sono stati costretti per anni a fare un certo tipo di cose e che quando hanno poi cambiato il loro pubblico si è completamente rivoltato. Quindi vorrei che chi mi segue capisse sin da subito che sarò molto fluida, che il cambiamento fa parte del mio modo di essere. Insomma, non affezionatevi troppo al passato!

LE PROSSIME DATE DEL TOUR
18 febbraio - Roma, Sparwasser
19 febbraio - Chiaravalle, Piccadilly
23 febbraio - Milano, Arci Ohibo'
25 febbraio - Mantova, Arci Tom