Il 7 settembre 1940 i moli dell'East End di Londra conobbero la potenza distruttiva dei bombardamenti tedeschi. Sulla City giunsero mille aerei, di cui 300 bombardieri. Era la quarta e ultima fase della Battaglia d'Inghilterra, che vide opporsi l'aeronautica militare nazista, la Luftwaffe, e l'aviazione del Regno Unito tra il 1940 e il 1941. Per rendere l'idea dell'enorme differenza tra l'epoca del "Blitz" (come venne chiamato il bombardamento) e i nostri giorni, il fotografo Jim Dyson ha sovrapposto le foto storiche a immagini di oggi degli stessi luoghi.
La furia nazista costò caro a Londra: fu distrutto almeno un milione di edifici e vennero colpiti alcuni punti "sacri" per la City, come l'abbazia di Westminster (maggio 1941). A morire furono circa 20mila persone e un milione e mezzo rimase senza casa. La capitale britannica fu bombardata dalla Luftwaffe per 76 giorni consecutivi.
Immagini emblematiche - Come mostra Dyson in uno dei suoi fotomontaggi, per sfuggire al fuoco dell'aviazione tedesca molti londinesi trovarono rifugio sottoterra, sulla banchina della metropolitana. Ad accamparsi in terra, pressate tra loro e scaldate da coperte e giacche, furono anche intere famiglie. L'orrore di quei giorni risalta anche nell'immagine di una donna che lascia la sua abitazione trasportando a mano pacchi e valigie, nella Pall Mall. Era il 15 ottobre 1940. Circa un mese prima, il 13 settembre, una bomba cadde davanti a Buckingham Palace, provocando un profondo cratere. Da lì alla fine dei bombardamenti il palazzo verrà colpito nove volte. Il rifugio antiaereo per la famiglia reale si trovava nella zona della servitù.
La notte più lunga - La maggior parte degli attacchi aerei giungeva dopo il tramonto. La cosiddetta "notte più lunga" fu quella finale del Blitz, tra il 10 e l'11 maggio 1941. Dopo il buio, però, venne la luce, anche se relativa. La vittoria britannica nella Battaglia d'Inghilterra segnò il primo fallimento della macchina da guerra di Hitler e orientò in maniera decisiva la sorti della Seconda guerra mondiale.