Scoppia la bufera in due scuole medie della Sardegna. Le famiglie si sono rivolte ai rispettivi presidi perché un docente ha suggerito agli alunni la lettura di due libri giudicati "spinti". Si tratta di "Facciamolo a skuola" e "Ho 12 anni faccio la cubista mi chiamano principessa" di Marida Lombardo Pijola, giornalista, già inviata del quotidiano "Il Messaggero". La vicenda, riporta da "L'Unione Sarda" è arrivata fino alla Curia e il vescovo di Nuoro, Mosè Marcia è stato durissimo: "Il docente se ne deve andare a casa, siamo in attesa di capire meglio dal preside delle due scuole". Lo segnala Skuola.net.
Il fatto
Il professore aveva suggerito ai suoi alunni di due scuole di Nuoro e Ottana durante una lezione sul cyber-bullismo questi due libri. Però i genitori non ci stanno e giudicano quelle pagine scabrose, tra l'altro in un testo assente nei programmi didattici. Se a Nuoro non arrivano a comprare il libro a Ottana, invece, molti genitori acquistano i volumi. E anche qui scoppia il finimondo. Non tutti però la pensano come queste famiglie. Il titolare della libreria Mielamaro di Nuoro su Facebook è critico: "Questi genitori, al di là dell'essere puritani o ben pensanti, stanno cercando di impedire ai propri figli di comprendere il mondo reale che li circonda attraverso la mediazione di uno strumento culturale, ma quando sul mondo reale ci sbatteranno la faccia, quali armi di conoscenza avranno questi ragazzi?".
L'autrice si difende
La reazione di una delle due scuole coinvolte non si è fatta attendere: "L'autorità scolastica si sta occupando della questione. Seguiamo tutto con molto attenzione come sempre in casi del genere". Anche il sindaco di Ottana interviene: "Abbiamo raccolto le preoccupazioni delle mamme, ma sappiamo che le autorità scolastiche hanno in pugno la situazione". Cosa ne pensa invece l'autrice del libro? "Mi dispiace di essere al centro di un caso, ma penso siano polemiche abbastanza sterili. La lettura dei libri non è consigliati ai soli ragazzini, ma devono essere accompagnati da un adulto. Sono convinta - aggiunge - che possa essere una lettura molto utile per loro. L'intento del libro è cercare di colpire al cuore e al cervello, per far sentire loro la miseria dei comportamenti di cui scrivo e le loro conseguenze". E a suo figlio, lo farebbe leggere? "A mio figlio così piccolo da solo non lo avrei fatto leggere, ma in questi casi è stato proposto da un docente, quindi intenso come strumento di riflessione, in linea con il messaggio educativo che io stessa ho voluto dare al mio scritto".