La Commissione Ue ha dato il via alla seconda fase della procedura d'infrazione contro l'Italia per l'inquinamento eccessivo da biossido d'azoto (NO2) riscontrato nell'aria di Roma, Milano e Torino. Nel mirino di Bruxelles per il troppo smog sono finiti anche Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna. Al nostro e agli altri Paesi Bruxelles chiede di spiegare, entro due mesi, come intendono mettersi in regola.
Bruxelles ha precisato che "la maggior parte delle emissioni provengono dal traffico stradale" e in particolare dai motori diesel. Se gli Stati membri non agiranno entro due mesi per mettere in campo "misure idonee" a risolvere il problema, si sottolinea nella nota, "la Commissione potrà decidere di deferirli alla Corte di giustizia dell'Unione europea".
Il flagello dello smog - La Commissione sollecita quindi l'Italia e gli altri Paesi "ad agire per garantire una buona qualità dell'aria e salvaguardare la salute pubblica", ricordando che più di 400mila cittadini muoiono prematuramente nell'Ue ogni anno a causa dello smog. Milioni di persone, inoltre, soffrono di malattie cardiovascolari e respiratorie causate dall'inquinamento atmosferico. Nel 2013 il persistere di elevati livelli di NO2 ha causato quasi 70mila morti premature in Europa, pari a circa tre volte il numero dei decessi causati da incidenti stradali nello stesso anno.
La direttiva europea - La legislazione dell'Ue sulla qualità dell'aria (direttiva 2008/50/CE) stabilisce valori limite per gli inquinanti atmosferici, tra cui l'NO2. In caso avvengano superamenti, gli Stati membri sono tenuti ad adottare e attuare piani ambientali che stabiliscono misure adeguate per porre rimedio nel più breve tempo possibile.