Aveva bisogno di fermarsi e riflettere. Dopo "X Factor" Michele Bravi ha conosciuto il successo e l'oblio, così a 22 anni ha deciso di conoscersi meglio. Ha cercato sul web la sua dimensione artistica, dentro di sé invece ha trovato la libertà più intima. E ce l'ha fatta. Tornando a Sanremo con un brano, "Il diario degli errori", che si è classificato al quarto posto: "E' un pezzo della mia vita attaccato a una canzone", racconta a Tgcom24.
Michele, sei tornato alla grande, cosa si prova?
Più che un ritorno è una reale partenza e se sarà alla grande, vedremo! Questa è la prima volta che sono spavaldo con le canzoni che canto, perché credo di avere tra le mani un pezzo molto importante. E' un pezzo della mia vita attaccato a una canzone. Spero che accada anche a chi lo ascolta, di attaccare al brano un po' della sua vita!".
A proposito de, "ll diario degli errori", come è nato?
Il brano ha una gestazione un po' particolare: Federica Abate e Cheope mi hanno fatto sentire questo pezzo piano e voce e io mi sono subito ritrovato in un bagno di lacrime. Non ho proprio messo mano al pezzo. Dentro ci sono quelle parole che non sarei mai riuscito a trovare. Non sarei mai riuscito a descrivere meglio quello che stavo vivendo e che ho vissuto negli ultimi anni sia dal lato professionale sia umano.
A proposito di cambiamenti, hai dichiarato recentemente di sentirti più libero...
Mi metto molto a nudo nelle canzoni e parlando del disco in un'intervista ho tirato fuori un aggettivo al maschile, ma non c'è bisogno di mettere i puntini su ogni cosa perché si vive una fluidità di emozioni che voglio rispettare. Odio quando si parla di outing o di libertà, queste cose cose mi mettono paura perché sono le prime catene che ti poni. Visto che già mi metto a nudo con le canzoni, non avrebbe senso nascondersi con le interviste.
E hai raccontato di essere single, però...
Esatto (ride, ndr). La cosa bella è che ho detto che mi sono lasciato ma ho letto un sacco di commenti in cui dicevano 'che bello, siamo felici per te' e io pensavo ma come, sto dicendo che sono triste...
Il nuovo album, "Anime di carta", esce il 24 febbraio, cosa puoi anticiparci?
Ho collaborato con tanti autori molto bravi, una bella squadra. Ci saranno contenuti video molto forti. E' un progetto che ha tanti risvolti, mi piace definirlo così perché non è solo un disco. Ha tante sfaccettature, è come se leggessi un capitolo dopo l'altro, un libro. E vi lascio immaginare come finisce, visto che sono single. Dentro il disco non ci saranno testi, io la chiamo l'Odissea di carta, perché ci sarà un racconto di carta. Ho fatto impazzire tutte le persone che hanno lavorato con me a questo disco, penso mi odieranno!
A proposito dei contenuti video, dopo X Factor ti sei lanciato sul Web...
Ho vissuto il talent a modo mio e a modo mio ho continuato, avevo bisogno di trovare una mia dimensione, di vivere a modo mio la creatività, la musica. Ho trovato nel web un grandissimo potenziale per essere libero, è la cosa più democratica che abbiamo. Avevo bisogno di sentirmi libero di dire le cose così come lo volevo dire. Ho trovato un sacco di persone che volevano partecipare a questo mio racconto. Esco un po' come il cigno nero dei talent, ma non rinnego il talent perché per me ha rappresentato il trampolino di lancio...
L'errore che non rifaresti?
Avere paura.