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Delitto Mez, negato a Sollecito risarcimento per ingiusta detenzione

Il giovane: "Credevo di avere vissuto le pagine più nere della giustizia italiana ma devo rilevare che oggi ne è stata scritta un'altra che mi lascia sbigottito"

La Corte d'Appello di Firenze ha rigettato la richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione avanzata da Raffaele Sollecito, definitivamente assolto dall'accusa di aver partecipato all'omicidio di Meredith Kercher. Aveva chiesto oltre 500mila euro per i quasi quattro anni passati in cella prima di essere scarcerato. I giudici toscani avrebbero ritenuto contraddittorie le sue dichiarazioni nella fase iniziale dell'indagine.

Per Sollecito "sussiste una ingiusta detenzione", ma "egli stesso ha concorso a causarla con la propria condotta dolosa o gravemente colposa". E' quanto emerge dall'ordinanza della Corte d'appello di Firenze. Le dichiarazioni rese da Sollecito, si legge, hanno indotto "i vari giudici dapprima a emettere e poi a mantenere una misura cautelare detentiva a suo carico, apparendo evidente che una diversa condotta, che avesse evitato dichiarazioni contraddittorie o palesemente false, ovvero che avesse fornito una immediata spiegazione delle loro incongruità rispetto alle diverse emergenze dalle indagini, avrebbe evitato il nascere o il consolidarsi del sospetto della materiale partecipazione del Sollecito all'omicidio della giovane Meredith Kercher o quanto meno avrebbe consentito una diversa valutazione della sua pericolosità rispetto a quella che motivò l'emissione e lungo mantenimento della massima misura cautelare".

Sollecito: "Sono sbigottito" - "Credevo di avere vissuto le pagine più nere della giustizia italiana ma devo rilevare che oggi ne è stata scritta un'altra che mi lascia sbigottito", ha commentato Raffaele Sollecito secondo quanto riferito dall'avvocato Giulia Bongiorno. Per Sollecito - ha aggiunto - il risarcimento chiesto era "sacrosanto". I legali del giovane pugliese hanno già annunciato che impugneranno il provvedimento in Cassazione.

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