Dilaga la protesta popolare in Romania contro il governo accusato di voler vanificare la lotta alla corruzione con un progetto di amnistia e con provvedimenti ispirati alla clemenza nei confronti di chi delinque. Sono migliaia da giorni le persone scese in piazza a Bucarest e in numerose altre città, tra cortei, lancio di petardi e lacrimogeni, cariche dalla polizia. E anche Bruxelles si schiera con i manifestanti. Il presidente della commissione Ue Jean Claude Juncker e il primo vicepresidente Frans Timmermans, in una dichiarazione scritta, hanno messo in guardia la Romania "contro ogni passo indietro" nella lotta alla corruzione, minacciando di non far fare passi avanti al dossier per l'accesso del Paese balcanico nell'area Schengen.
"La lotta alla corruzione deve andare avanti, non essere smantellata", hanno scritto Juncker e Timmermans, sottolineando la "grande preoccupazione" con cui seguono gli ultimi sviluppi della situazione in Romania. Migliaia di persone in piazza contestano a gran voce il decreto d'urgenza emanato dal governo con cui viene depenalizzata tutta una serie di reati di corruzione il cui danno non superi una certa somma.
Un provvedimento ritenuto in linea con l'intenzione del premier Sorin Grindeanu di decretare un'amnistia il cui obiettivo sarebbe quello di alleggerire la situazione di grave sovraffollamento delle carceri. A più riprese la popolazione ha già protestato nei giorni scorsi contro tale progetto di clemenza, considerato funzionale ai tanti politici e funzionari indagati e che - si sottolinea - rischia di vanificare la lotta alla corruzione dilagante nel Paese balcanico.
"Avete fatto il decreto di notte, come i ladri", scandiscono i manifestanti a Bucarest. Circa 20mila persone, nonostante il freddo intenso, si sono radunate davanti alla sede del governo per chiederne le dimissioni e per contestare il Partito socialdemocratico al potere, definito "la peste rossa".
Proteste e raduni antigovernativi anche a Cluj, Timisoara, Sibju, Jasi e in altre località di tutta la Romania, facendo presagire una nuova ondata di turbolenze sociali e politiche nel Paese balcanico. Le manifestazioni si sono tuttavia svolte pacificamente e non si sono registrati incidenti.
Dure critiche alle decisioni del governo sono venute dal presidente Klaus Iohannis, che già nei giorni scorsi aveva espresso indignazione schierandosi con i manifestanti. "E' inammissibile, inaccettabile, scandaloso, una presa in giro senza precedenti - ha detto - che il governo abbia preso nottetempo, senza il consenso della magistratura, senza che venisse inclusa nell'ordine del giorno, un'ordinanza su un argomento tanto delicato come il codice penale".
"Questo è un giorno triste per lo stato di diritto", ha aggiunto Iohannis. "Farò tutto il possibile per liberare la Romania dalla corruzione". E mentre Bruxelles vigila, nuove manifestazioni popolari contro il governo sono in programma a Bucarest e nelle altre principali città del Paese.