Il governo nipponico ha respinto le accuse rivolte al Giappone dal presidente Usa, Donald Trump, circa una svalutazione controllata dello yen per fini commerciali ai danni degli Stati Uniti. "La politica monetaria del Giappone - ha spiegato il capo di Gabinetto Yoshihide Suga - punta essenzialmente a tenere basso il livello dello yen per stimolare l'inflazione, e non a svalutare la valuta".
"Consideriamo importante la stabilità delle valute - ha aggiunto il capo di Gabinetto - e continueremo ad osservare attentamente ogni sviluppo sul mercato dei cambi".
Durante un incontro con i dirigenti di alcune case farmaceutiche, Trump aveva nominato il Giappone insieme alla Cina come due tra i Paesi che operano sui mercati per svalutare le loro monete a svantaggio degli Stati Uniti. Il vice-ministro delle Finanze e degli Affari Internazionali, Masatsugu Asakawa, ha replicato dicendo di non intendere esattamente il significato delle parole di Trump, ribadendo che i tassi di cambio sono stabiliti esclusivamente dai mercati.
Dopo i commenti di Trump il dollaro si è svalutato rapidamente al cambio con lo yen per poi recuperare dai minimi in due mesi. L'ultima volta che le autorità monetarie di Tokyo erano intervenute ufficialmente sui mercati, vendendo yen e comprando dollari, fu durante un'operazione nel novembre del 2011.
Anche la Merkel replica alla Casa Bianca: "Alla Bce chiediamo politica indipendente" - Respinge le accuse al mittente anche la cancelliera Angela Merkel, dopo che il consulente di Trump in campo commerciale, Peter Navarro, l'aveva attaccato per sfruttare un euro "esageratamente svalutato" avvantaggiandosi rispetto ai suoi partner commerciali. La Merkel ha ricordato a Trump che è la Bce ad essere competente sull'euro. "Non eserciteremo alcuna influenza sulla Bce - ha detto - quindi non posso e non voglio cambiare la situazione che c'è ora".