Pd, Emiliano: "Pronto a carte bollate per andare al Congresso"
Necessario stringere i tempi secondo il governatore pugliese, che è intenzionato a candidarsi. Ma Guerini replica: "Le regole sono chiare, è lui a non rispettarle"
"Il Congresso è necessario. Se Renzi lo nega, è lui che fa la scissione, non sono gli altri". Così Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, il giorno dopo le dichiarazioni di Matteo Renzi e di Massimo D'Alema sul futuro del Partito Democratico. Il governatore si dice "pronto a tutto, anche alle carte bollate" e sfida Renzi: "Se il segretario è così sicuro di avere il 40%, almeno ne uscirà rilegittimato".
Guerini: "Le regole sono chiare, è lui a non rispettarle" - Arriva presto la replica al governatore, a cui risponde il vicesegretario Lorenzo Guerini. "L'unico che non rispetta lo statuto è chi non lo legge - dice -. Le regole sono chiare: il congresso viene convocato dall'assemblea nazionale, non dal segretario e va fatto, secondo l'articolo 5 dello statuto del nostro partito, nel dicembre 2017. Invito quindi a smetterla con inutili polemiche fondate sul nulla o su mistificazioni delle regole del nostro partito".
Speranza: "Congresso prima delle elezioni" - Nel dibattito si inserisce anche Roberto Speranza, che dichiara: "Se le cose dovessero precipitare e si dovesse correre verso il voto, penso che ci sia bisogno di rendere contendibile il campo del Pd e del centrosinistra. Il luogo ideale è il Congresso. E' previsto nel 2017. Se si voterà dopo il Congresso i può fare a scadenza naturale. Se si dovesse anticipare, dovremo trovare altre modalità".
"Gentiloni? Non obbedisce a nessuno" - Emiliano interviene invece, intervistato da Lucia Annunziata a "In 1/2 ora", per difendere l'attuale premier. "Secondo me Gentiloni è leale alla Repubblica - dice -. E se qualcuno pensa di andare da lui e di dirgli 'adesso devi ubbidire' come uno zerbino, si sbaglia". "Escludo - aggiunge - che Gentiloni ubbidisca alle esigenze di sopravvivenza politica di Renzi, dimettendosi da presidente del Consiglio. E' il più alto onore che un uomo possa avere quello di guidare il suo Paese". "E certamente - ha concluso - non ci rinuncerà e non violerà il giuramento di fedeltà alla Costituzione".
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