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La Ue insiste: Italia corregga conti, spese sisma fuori negoziato

Al momento le opzioni del "se e come intervenire" restano tutte aperte

La Commissione europea si aspetta dall'Italia una risposta "precisa" alla lettera con cui le chiede una correzione dei conti dello 0,2%, e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan assicura che arriverà in tempo per il primo febbraio, come da richiesta. Ma al momento le opzioni del "se e come intervenire" restano tutte aperte. Bruxelles sottolinea inoltre come le nuove spese per il terremoto non rientrano nel negoziato.

L'incertezza politica, aumentata dopo la sentenza della Consulta che ha portato lo spread ai massimi dal 2015, rende difficile prendere una decisione per chiudere la partita con la Ue.

Manovra correttiva o procedura di infrazione, una scelta soprattutto politica - Dopo che il Tesoro ha fatto le sue valutazioni tecniche, la decisione è ora tutta politica e non esclude nemmeno l'andare dritti verso l'apertura di una procedura d'infrazione per debito eccessivo se dovesse risultare più conveniente ai fini, ad esempio, del consenso a breve termine in chiave elettorale. Anche perché sarebbe molto difficile trovare adesso dei partiti disposti a sostenere una manovra correttiva, a un passo dal possibile voto. Se invece si decidesse di procedere con la correzione, di certo non sarebbe una Manovra estemporanea puramente contabile solo per soddisfare la Ue, ma delle misure ragionate all'interno della pianificazione annuale del Def.

Bruxelles: "Nuove spese per terremoto non rientrano in negoziato" - Il confronto tra Padoan e il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici è costante, ma Bruxelles non ha intenzione di ammorbidire la sua richiesta che già è frutto di un lavoro diplomatico di mesi di limature portato avanti dal Mef, visto che nell'opinione di novembre si evidenziava uno scostamento superiore allo 0,2%. "La lettera è là, le cifre anche, le risposte sono attese", ha detto Moscovici, chiarendo come nel negoziato non entri nemmeno la nuova richiesta del premier Gentiloni, che con una lettera a Juncker ha annunciato maggiori spese per il terremoto.

La Commissione Ue "ha già dimostrato che è al fianco dell'Italia e lo sarà sempre", ma le spese per i nuovi terremoti "non entrano nella discussione in corso", perché la Commissione è "pronta ad esaminarle" ma è "un'altra cosa quella che ci aspettiamo nella risposta" alla lettera, ha detto Moscovici.

Parole "sconcertanti" le definisce Matteo Orfini, presidente del Pd, perché "è inaccettabile e offensivo" sentire "argomentazioni fredde, proprie delle burocrazie che da anni difendono gli interessi politici legati al feticcio dell'austerity", mentre ancora si piangono i morti "della tragedia di Rigopiano".

A Bruxelles anche il dossier banche - A Bruxelles il ministro Padoan ha incontrato anche la commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager, per fare il punto sul dossier banche. "E' andato bene, ci siamo scambiati informazioni su quello che è in corso, un incontro di routine e ce ne saranno altri perché la collaborazione diventa più stretta e più fruttuosa", ha detto il ministro. La questione Mps non sembra più problematica, e Ue e Bce restano in attesa del piano che dovrebbe arrivare verso fine mese. C'è aperto il dossier CariFe, sul quale la Commissione non è rigida e potrebbe concedere una proroga sui tempi di cessione, e anche Cassa di risparmio di Genova sembra avviata a una soluzione interna.

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