Uno degli ultimi rapporti di Nielsen certifica l'87% degli italiani, che navigano su internet, effettua acquisti on-line. Aumentarne il numero potrebbe incentivare le aziende a puntare sul commercio elettronico, sostiene uno studio.
L'indagine – il sondaggio è stata effettuato su un campione di 30mila persone in 63 Paesi, tra i quali l'Italia – rivela che i consumatori italiani acquistano on-line soprattutto beni durevoli o di svago (viaggi, libri, articoli di moda, abbigliamento, accessori, biglietti per concerti ed eventi sportivi, elettronica di consumo e informatica) mentre continuano a preferire il negozio tradizionale per l'acquisto di prodotti alimentari freschi.
Per quanto in crescita, l'e-commerce in Italia (21 miliardi di euro nel 2015) rappresenta soltanto una piccola porzione del giro d'affari complessivo a livello europeo, pari a 600 miliardi di euro l'anno. Difficile sorprendersi – poche sono le imprese ad aver ricevuto almeno un ordine on-line nel 2015: il 7% tra quelle con almeno 10 dipendenti (nell'area euro la media è stata del 17%) –, eppure i margini di crescita ci sono: in un rapporto sull'e-commerce (E-commerce in Italia: ritardi e potenzialità), BEM Research scrive che, se le famiglie italiane adottassero una frequenza di acquisto e un importo medio acquistato via internet in linea con quello della zona euro, il mercato dell'e-commerce italiano potrebbe raggiungere circa 50 miliardi di euro, pari a circa il doppio del volume attuale.
La scarsa propensione delle imprese italiane alle vendite on-line – nel 2014 tra le aziende, che disponevano di un sito internet, soltanto il 17% offriva il servizio e-commerce – rappresenta un freno alla sua diffusione. Incentivare i consumatori ad effettuare acquisti on-line potrebbe accrescere il numero di aziende che decidono di puntare sul commercio elettronico: analizzando i dati forniti dall'Eurostat, relativi al numero delle imprese che hanno ricevuto un ordine e gli individui dello stesso Paese che hanno effettuato un acquisto attraverso internet, lo studio certifica che la domanda interna rappresenta uno stimolo fondamentale per convincere le imprese a puntare sulle vendite on-line.
Ciò sembra valere soprattutto per le aziende di grandi dimensioni, sottolinea lo studio. BEM Research sottolinea anche che nei Paesi, dove l'e-commerce è maggiormente diffuso, le imprese sono più grandi, assumono, producono e investono di più, mentre i lavoratori sono più produttivi e guadagnano di più.