Il giardino labirintico, quello irregolare, quasi racchiuso in forma di giardino segreto, è l’immagine che ha guidato Maria Grazia Chiuri per la sua prima collezione di Haute Couture. Affascinata dalle molteplici interpretazioni che ha preso nel tempo questa forma archetipica, si è resa conto che il suo avventurarsi nel mondo Dior era stato molto simile all’entrare in un labirinto dove la via dell’uscita era costellata da quei fiori, quelle piante, quelle figure allegoriche che fanno parte dell’iconografia di questi luoghi e che allo stesso tempo rimandavano all’immaginario di Christian Dior: "Dopo le donne, i fiori sono le creazioni più divine. Sono così delicate e affascinante, ma li devono utilizzare con saggezza." Così sono nati straordinari abiti da sera che nei loro colori cangianti, polverosi – malva, azzurro, rosa, grigio – evocano il trascorrere delle stagioni, anche quelle della vita, e che nelle stratificazioni del tulle imprigionano fiori meravigliosi, come quelli conservati nei nostri libri più cari.
Mentre Claude Lalanne ha immaginato che i fiori, i rovi, le farfalle della costume jewelry poggiassero sui corpi pronti a riprendere vita. La memoria diventa il motore di una storia nuova che travolge la grammatica della Maison, per riattivarla in forme e proporzioni che sono impronta dei corpi delle donne di oggi, dei loro sogni e dei loro desideri. Così c’è il pizzo disarticolato e rimontato sull’organza, ci sono i tulle plissettati nei colori Fairy Tales sovrapposti in architetture del corpo leggere e maestose. Sono invece fantasmagorie gotiche in versione punk i cappelli e le maschere di Stephen Jones. Chiuri si ricollega alla veggenza e la trasforma in arte che decora le superfici degli abiti: stelle ricamate riemergono dal tulle oro, i simboli dei tarocchi sono dipinti a mano sulle superfici bianche degli abiti lunghi. Bianco che ritroviamo all’interno del mantello nero che completa il tuxedo femminile. Ecco allora una serie di interpretazioni dell’uniforme maschile da sera che diventa incisione di una femminilità contemporanea.
La Bar Jacket scomposta e ricomposta fino a diventare cappa. Ampie gonne pantalone, anche a pieghe, perfette, che rivelano il raso laterale. Domino con il grande cappuccio in velluto nero. È il desiderio di bellezza che guida questo viaggio, dove lo smarrirsi diventa la capacità di mettersi in gioco e di crescere. Così al termine Chiuri immagina un grande ballo, come alla fine di molte favole. Liberatorio e indimenticabile.
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