Spunta un video in cui si vede Giulio Regeni parlare con Mohamed Abdallah, il capo dei sindacalisti degli ambulanti egiziani che lo ha denunciato. Nel dialogo l'uomo chiede denaro per curare la propria moglie malata di cancro: Regeni rifiuta di darlo ma prospetta la possibilità di finanziare la raccolta di "informazioni" sul sindacato e i suoi "bisogni". Il filmato sarebbe stato girato con una microcamera della polizia egiziana.
Il video mostra il volto di Regeni, di cui si sente la voce parlare in buon arabo e rispondere a un uomo che parla egiziano. "Primo video di Regeni con il presidente del sindacato dei venditori ambulanti", è scritto in sovrimpressione. Secondo gli inquirenti italiani, il filmato è stato girato con apparecchiature in uso alle forze di sicurezza o di polizia. Le immagini infatti sono state realizzate verosimilmente con una micro telecamera inserita in un bottone e non con un telefonino.
Il sindacalista, fra l'altro, dice "mia moglie ha il cancro e deve subire un'operazione e io devo cercare denaro, non importa dove". Regeni risponde: "Il denaro non è mio. Non posso usare soldi per nessun motivo perché sono un accademico". Ad Abdallah che insiste, il ricercatore replica che soldi "arrivano attraverso la Gran Bretagna e il centro egiziano che lo dà agli ambulanti".
"Bisogna cercare di avere idee e ottenere informazioni prima del mese di marzo", dice fra l'altro Regeni. Alla domanda "che tipo di informazioni vuoi?", il ricercatore risponde: "Qual è la cosa più importante per te per quanto riguarda il sindacato e quali sono i bisogni del sindacato". "Voglio idee a partire da tale questione, la più importante per noi, e si potranno sviluppare le idee", dice ancora Regeni.
Il video dura di un'ora e 55 minuti, ma l'effettivo colloquio, in lingua araba, tra Regeni ed il sindacalista è di circa 45 minuti. Magistrati, carabinieri e Sco, in possesso del video dal 7 dicembre, hanno dato via libera alla diffusione di una sintesi del girato di circa quattro minuti.