Nell'Italia dei "furbetti" ci sono anche i vigili urbani di Roma
Circa il 12% dei caschi bianchi capitolini ha presentato un certificato di inidoneità al lavoro per ottenere il trasferimento di mansione
Netturbini, infermieri, operatori socio-sanitari, protezione civili. Da Palermo a Como, sono tanti i "furbetti" che, con l'escamotage del certificato medico, riescono a farsi trasferire dietro una scrivania. Non ultimi i vigili urbani di Roma: sono ben 700 su 5800, ovvero uno ogni 7, quelli che si sono dichiarati "inabili" al lavoro e che hanno ottenuto il trasferimento di mansione.
C'è da dire che i vigili Capitolini non sono stati gli unici a usufruire del "via" del medico per spostarsi in ufficio. La stessa situazione si è verificata con i caschi bianchi di Firenze e con quelli di Palermo, dove peraltro anche i netturbini hanno esibito un certificato di "inidoneità" per non spazzare le strade; in Calabria, dove il 50% dei dipendenti della protezione civile è impegnata al centralino; a Como, dove gli operai hanno cambiato improvvisamente mansione diventando impiegati; a Pescara, dove 50 infermieri e operatori sanitari svolgono solamente attività amministrative.
Prendendo in esame il caso di Roma in particolare, le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: strade prive di palette e fischietti, scrivanie in esubero. Per la legge, però, non c'è alcuna anomalia: quello esercitato dai "furbetti" è un diritto incontestabile, tanto più che concesso da chi di competenza. Stando a quanto riferito dal Sulpl, il sindacato della polizia locale, i dipendenti vengono sottoposti a controlli medici ineludibili disposti dallo stesso Comune.
Il "problema" di fondo, pare essere piuttosto "l'età media del corpo della polizia municipale, che è di 53 anni": secondo quanto sostenuto dal sindacato, molti certificati vengono richiesti per ernie al disco e malattie cardio-circolatorie. Fin quando non ci sarà un ricambio di organico, probabilmente il numero sarà destinato a crescere.
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