Favorire la crescita economica è una delle priorità dell'Unione europea. Per riuscirci si è dotata di diversi Fondi, uno dei quali è l'FSE – acronimo che sta per Fondo sociale europeo –, istituito dal Trattato di Roma nel 1957 e indicato da Bruxelles come il principale strumento utilizzato dall'UE per sostenere la creazione di nuovi posti di lavoro e l'inclusione sociale all'interno dei Paesi membri.
Nei giorni scorsi la Commissione europea ha quantificato i risultati ottenuti dal Fondo negli ultimi anni, per poi diffonderli attraverso la pubblicazione di una relazione.
Secondo il documento, alla fine del 2014 – il dossier considera i risultati relativi al periodo di programmazione che va dal 2007 al 2013 –, almeno 9,4 milioni di residenti europei erano riusciti a trovare un impiego grazie al sostegno del Fondo. Ma anche chi non a trovato un impiego ha comunque beneficiato del FSE: 13,7 milioni di persone sostengono che attraverso il Fondo sono riuscite ad innalzare il proprio livello di competenze, accrescendo così il proprio capitale umano.
A usufruire del FSE sono stati tanto gli inattivi – era tale il 36% dei partecipanti –, quanto gli occupati (33%) e i disoccupati (30%). Una parte consistente dei partecipanti era scarsamente qualificata (lo era il 40%), giovane (30%) o considerato svantaggiato (ex detenuti, membri di minoranze etniche…). Quest'ultimi erano “almeno il 21%”, secondo la Commissione europea.
Citando le simulazioni macroeconomiche, Bruxelles osserva che il FSE ha avuto anche un impatto positivo sul Prodotto interno lordo dell'Unione europea a 28 – il Fondo ha contribuito ad una crescita aggiuntiva stimata nello 0,25% in più – e sulla sua produttività.
Secondo la valutazione, dunque, tra il 2007 e il 2014 il Fondo sociale europeo ha fornito un sostegno fondamentale alla crescita economica dell'Unione europea.
Ma se si analizzano i risultati relativi all'Italia, le cose prendono una piega leggermente diversa. Purtroppo. La Commissione europea sottolinea che nel nostro Paese il Fondo ha ottenuto risultati “inferiori alle attese, soprattutto nelle aree di convergenza (ovvero le regioni del Sud)”. In Italia il FSE ha aiutato 367.458 persone a trovare un lavoro.