Viadotti, alberghi, campi sportivi, gallerie, case popolari. Fiumi di cemento riversati in Sicilia che non hanno mai preso forma. Scheletri fatiscenti divenuti ormai parte integrante del paesaggio. Sono decine le opere pubbliche abortite in Sicilia che Incompiuto Siciliano, un progetto "controcorrente" nato nell'Isola, si propone di osservare con occhi diversi, ribaltando la prospettiva: non come testimonianza materiale di una sconfitta, ma come potenziale risorsa economica da valorizzare.
Secondo l'associazione siciliana, che ha redatto anche un manifesto pubblicato sia sul sito dedicato al progetto, sia sull'omonima pagina Facebook, "le opere pubbliche incompiute sono un patrimonio artistico-culturale e in quanto tale divengono possibili promotori di un’economia locale al pari di altri siti storici del nostro territorio". Quelli che agli occhi dei più risultano solamente degli obbrobri da abbattere, per Incompiuto Siciliano si trasformano cioè in "una soluzione concreta alla sensazione di sconfitta a cui questi luoghi preludono". La chiave diventa allora "valorizzare" piuttosto che distruggere. Studiare e promuovere la ricerca sul fenomeno per combatterlo e prevenirlo, ma allo stesso tempo "sfruttarlo".
Attribuire all'"incompiuto" un significato artistico e architettonico significa escogitare un altro modo di leggere questi luoghi, "utile per una comprensione più ampia e problematizzata dei rapporti tra il territorio e coloro che lo abitano". L'obiettivo del progetto, realizzato dal collettivo "Alterazioni video", in collaborazione con Claudia d'Aita (assessore al turismo di Riposto, comune nel Catanese) e l'artista Enrico Sgarbi, è allora quello di dare una "definizione allo stile" di questi edifici mai finiti, così da "poter individuare un paradigma interpretativo di un fenomeno presente su tutto il territorio nazionale e in particolare in quello siciliano, tipico degli anni 70/80, ma che è possibile rintracciare dagli anni 50 fino ad oggi; uno strumento per interpretare la storia recente del nostro Paese".
Scorrendo tra le foto pubblicate nella pagina Facebook di Incompiuto Siciliano, viene fuori uno spaccato dell'Isola che non le fa certo onore: da Siracusa ad Agrigento, sono tantissime le opere pubbliche abortite che giacciono lì, sotto la vista di abitanti e turisti, scalfite dagli anni e dalle intemperie e mai utilizzate. Le case popolari a Catenanuova (Enna), il centro sportivo a Savoca (Messina), la casa per anziani e l'hotel San Calogero a Sciacca (Agrigento), il Parco dell'addolorata ad Agrigento: sono tutti punti che ridisegnano la mappa di un'Italia non finita, "monumenti generati dall'entusiasmo creativo del liberismo" che hanno dato vita a un "Parco Archeologico dell'Incompiuto". Se riconvertiti e rivalutati, però, questi blocchi senza vita di cemento potrebbero trasformarsi in una fucina di arte e cultura.