Ce lo chiede l'Europa. Ma anche no. Anche in tempo di Brexit e di Trump, il controllo della Ue sugli Stati rimane sempre di un fastidio incredibile. Lo sguardo fisso di Juncker nel vuoto è una metafora dell'immobilismo quasi ossessivo della Ue sulle tasse. In tema fiscale l'Unione Europea teoricamente non ha ruolo diretto nell'imposizione fiscale o nella fissazione delle aliquote delle imposte, che rientra nella competenza dei singoli governi. Però, ferma, vigila sul fisco altrui, per evitare che i singoli Stati - tipo la Grecia - creino problemi alle sue politiche economiche (crescita, occupazione, libero scambio di servizi).
Si sa mai che se ti distrai, beh, è un attimo che ti arriva un'altra Brexit come una coltellata tra le scapole. Se il fisco - coi conti pubblici - diverrà terreno di scontro e di colluttazione lo sapremo tra qualche mese. Ma intanto il conduttore Francesco Specchia ne discute coi suoi ospiti Andrea Boda, private banker e collaboratore di Pagina99; e Giampiero Guarnerio, commercialista e socio di Roedl & Partner, una decina di cariche anche internazionali. Con l'intervento di Giuseppe La Scala e il Tartassato della settimana dal titolo "La scelta di Diego" di Alessia Severin.