"Era arrivato in Italia nel 2012" Anis Amir, il tunisino ricercato dalla polizia perché sospettato di essere l'autista del Tir dell'attentato a Berlino. Nel nostro Paese è stato 4 anni in carcere in Italia e, dopo aver scontato la pena, ha ricevuto un provvedimento di espulsione. Nel luglio 2015 aveva poi raggiunto la Germania e dall'aprile 2016 risulta "tollerato". Intanto la Germania ha offerto fino a 100mila euro di taglia a chiunque fornisca informazioni che portino al suo arresto.
Quattro anni di carcere a Palermo, era un violento - Il 24enne aveva lasciato la Tunisia sette anni fa come migrante illegale e ha scontato quattro anni di prigione a Palermo, nel carcere dell'Ucciardone, perché accusato di un incendio in una scuola. Nella struttura italiana, il giovane avrebbe manifestato comportamenti violenti. Dopo esser uscito di prigione, il tunisino ha atteso il riconoscimento da parte della Tunisia, senza il quale non poteva essere espulso, nel Cie di Caltannissetta.
Il successivo provvedimento di espulsione non è però andato a buon fine perché le autorità tunisine non hanno effettuato la procedura di riconoscimento nei tempi previsti dalla legge. Il giovane ha poi raggiunto la Germania.
"Attentatore forse già all'estero" - C'è un forte sospetto che l'uomo sia armato e il timore che possa già aver lasciato la Germania e abbia avuto vita facile nella fuga dal luogo dell'attentato, magari utilizzando la rete metropolitana. Si trattano però, al momento, solo di diverse ipotesi al vaglio degli inquirenti, che non sono ancora in grado di stabilire se abbia agito un solo uomo o più persone.
Fermato a luglio, poi liberato - Anis Amir "era stato rinchiuso per due giorni nel carcere di Ravensburg", dopo che "il 30 luglio era stato fermato a Friedrichshafen per un controllo". Lo riporta lo Spiegel online, precisando che "due giorni dopo era stato però rilasciato".
Carte di espulsione giunte solo mercoledì - Sono arrivati soltanto mercoledì dalla Tunisia i documenti attesi e necessari per l'espulsione del giovane tunisino, al quale era stato negato il diritto d'asilo. Lo ha detto il ministro dell'Interno del Nordreno-Vestfalia, Ralf Jaeger, sottolineando che "la partecipazione dell'uomo all'attentato è ancora incerta".
Potrebbe essere tra i feriti - Secondo altre ipotesi investigative, invece, la polizia starebbe cercando l'attentatore fra i feriti in tutti gli ospedali della capitale tedesca. Lo riferisce il sito dell'emittente pubblica regionale Rbb. Secondo Der Spiegel online, l'uomo aveva ricevuto un permesso per restare in Germania ad aprile, ma era stato classificato come soggetto "pericoloso" dalle autorità. Era sotto osservazione per i suoi legami con il predicatore Abu Walaa, accusato di estremismo islamico, e a dicembre era riuscito a far perdere le sue tracce.
Il documento trovato nel Tir - Secondo il quotidiano, il ricercato avrebbe utilizzato diverse identità ed era noto alla polizia per lesioni personali gravi. La stampa locale scrive che "gli inquirenti hanno trovato un documento di espulsione" "sotto il sedile del guidatore" del Tir, emesso per "un cittadino tunisino di nome Anis, nato nel 1992 nella città di Tataouine". Il sospetto "sarebbe tuttavia noto anche con due altri nomi".
Le ricerche nel Nordreno-Vestfalia - Le operazioni della polizia si stanno concentrando nella zona del Nordreno-Vestfalia, nell'ovest della Germania, dove, secondo la tv N24, "il giovane avrebbe vissuto in un centro accoglienza profughi di Kleve", cittadina di 50mila abitanti al confine con l'Olanda e distante oltre 600 chilometri da Berlino.
Blitz in due appartamenti: Anis Amri dileguato - Un'unità speciale della polizia di Berlino ha fatto irruzione in due appartamenti nella capitale, di cui uno nel quartiere di Kreuzberg: lo scrive il sito del quotidiano Die Welt citando "ambienti degli investigatori". Nelle operazioni è stato preso "un uomo", ma non si tratta del ricercato tunisino per la strage del mercato di Natale. Anis Amri, ha detto alla Welt un funzionario di alto livello, "sembra essersi dileguato".
Site: "Tunisino aveva un profilo Facebook" - Anis Amri aveva un profilo Facebook, che ora non è più online. Lo scrive il direttore del centro di monitoraggio dei siti islamici "Site", Rita Katz. Nel profilo, si precisa, il giovane aveva messo il suo "like" alla pagina social "Ansar al Sharia", il gruppo jihadista tunisino.