Il 19 dicembre 2016 il collegio elettorale americano si riunisce per eleggere formalmente il nuovo presidente. Pur non rappresentando un problema per Donald Trump, ci sono diversi tentativi da parte democratica di indurre almeno 37 dei 538 grandi elettori ad abbandonare il tycoon. Quest'ultimi, infatti, sono chiamati a tradurre in voti effettivi il verdetto delle urne dell'8 novembre. Anche se non hanno vincoli legislativi, in alcuni Stati sono obbligati a votare secondo l'esito del voto popolare. E se non lo fanno, rischiano una multa, che il regista Michael Moore si offre di pagare.
Con una lettera aperta su Facebook, Moore ha dunque ribadito ancora una volta la sua avversione per il magnate americano. Scrive il regista: "In alcuni Stati è illegale che voi votiate in qualsiasi altro modo se non per Trump: se non votate per lui lo Stato vi multerà. Ovviamente non posso e non voglio darvi soldi per votare, ma se esprimerete il parere secondo la vostra coscienza e sarete puniti per questo, io pagherò la multa per voi. Sto semplicemente chiedendo di votare secondo la propria coscienza, e vi prego di non mettere la nostra Nazione in pericolo scegliendo Trump".
Ma finora solo uno dei grandi elettori, Christopher Suprun (Texas), ha annunciato pubblicamente che seguirà l'appello dei democratici. In ogni caso, il margine di Trump appare sufficientemente ampio per sventare sorprese. Le pressioni sul collegio elettorale, tuttavia, restano forti, anche perchè Hillary Clinton ha vinto il voto popolare con uno scarto di oltre 2,5 milioni di voti; inoltre, le dichiarazioni dell'intelligence sulle ingerenze del presidente russo Vlamidir Putin possono creare qualche problematica al tycoon.
Nella giornata del 19 dicembre, dunque, i grandi elettori si riuniscono nei rispettivi Stati in ore diverse, per poi esprimere due voti: il primo per il presidente americano, il secondo per il suo vice. Le loro scelte verranno poi spedite o inviate con un corriere al Congresso: quest'ultimo, il 6 gennaio 2017, conterà le schede ed eleggerà definitivamente il vincitore della tornata elettorale, che comunque sarà con certezza Donald Trump.