Gianluca Tamburini è l’ideatore e regista del progetto Conspiracy. I suoi sandali sono delle vere e proprie sculture, dei gioielli di ingegneria e design, che ci riconducono nel mondo del lusso più esclusivo, dove le parole d’ordine sono eccellenza qualitativa e raffinatezza estetica.
Lo stile unico ed inimitabile delle calzature Conspiracy si rivolge a donne speciali, sofisticate ed esigenti, amanti dell’arte, dei dettagli di pregio e della pura artigianalità italiana. Sandali tacco dodici da mozzare il fiato, declinati in diverse serie, dove gli elementi della natura sembrano fondersi con l’estro creativo dell’uomo: dal celebre modello “Scilla”, in cui i tentacoli di un polipo adornano le estremità di colei che lo indossa, passando per il sandalo “Caviar”, tempestato da piccole e sferiche pietre preziose, nere come il caviale, sino al modello “Amazon”, intessuto di piume setose nei toni più brillanti ed accesi del verde, che rievocano la ruota superba del pavone.
Il tratto avanguardistico e pregiato di queste creazioni traspare dalla ricercatezza e dalla precisione delle parole con cui il giovane designer modenese m’illustra le tappe più significative del suo cammino nel pianeta dell’alta gioielleria da calzare.
Gianluca, come ti sei avvicinato al mondo del fashion design? Da dove deriva questo tuo gusto sofisticato per il bello da indossare?
La moda è entrata nella mia vita in modo del tutto casuale e inaspettato, come qualcosa che ti capita, esattamente come quando ti colpisce un raffreddore: non sono gli uomini che scelgono le passioni, ma le passioni che scelgono gli uomini.
Qual è stata la tua formazione?
Ho seguito un percorso di studi economici e conseguito due lauree, una in Economia aziendale e l’altra in Marketing internazionale. La moda ha iniziato ad affacciarsi sulla mia strada all’epoca della stesura della mia prima tesi. Ero comunque da principio concentrato sugli aspetti economico-finanziari che governano i mercati e, di conseguenza, anche il settore moda. Nella fase embrionale del mio approccio al settore ho vissuto un feroce accanimento nei confronti della maison Gucci, mi sono appassionato al suo caso aziendale, ho letto diverse pubblicazioni sul tema. Ho dunque inviato un mio curriculum vitae alla celebre casa di haute couture e sostenuto tre colloqui. Purtroppo però la scelta è ricaduta su una studentessa della scuola di moda. In quel periodo studiavo per la mia terza laurea in economia ma, a seguito di questo episodio, ho deciso di cambiare direzione e di iscrivermi al Polimoda. Nel 2006, dopo aver ottenuto un Master in Comunicazione e Marketing internazionale, sono stato chiamato da Ermanno Scervino come assistente ufficio stampa. Questa esperienza da un lato mi ha fatto capire di non essere tagliato per le PR, ma al tempo stesso mi ha portato a contatto con una produzione molto bella e curata. Ha così preso avvio la mia evoluzione verso il prodotto…
Come mai hai deciso di rivolgere la tua creatività verso le calzature e, in particolare, verso i sandali?
La mia predilezione per le calzature non sottende alcuna angolazione feticistica rispetto al piede delle donne, ma deriva da una precisa valutazione di marketing. L’80-85% del fatturato delle grandi case di moda proviene infatti dagli accessori. Questa considerazione mi ha spinto a conseguire il mio secondo master presso il Polimoda, questa volta espressamente sulle calzature. La vocazione per il sandalo risponde alla mia aspirazione di creare un prodotto unico, senza stagionalità e personalizzabile. Un giorno poi, lungo l’autostrada per Scandicci, che rappresenta un po’ la mia Via di Damasco, ho avuto la folgorazione: non avrei realizzato un sandalo gioiello, ma un gioiello a forma di sandalo!
Quali sono gli elementi che definiscono l’originalità e la preziosità delle tue creazioni-gioiello?
Le mie creazioni rappresentano un sapiente connubio tra arte e tecnologia. Il principio che si pone alla base del progetto Conspiracy, come lo dice il nome stesso del mio brand, è un concetto di innovazione. Sono voluto intervenire direttamente sulla struttura delle calzature, riformandola, in modo da farla diventare iconica ma anche e soprattutto unica. I miei sandali, infatti, possono essere “costruiti” a piacimento, sono componibili attraverso molteplici combinazioni a seconda del gusto e dello stile della donna che desidera indossarli. Dalla fantasia di quest’ultima possono quindi scaturire modelli sempre nuovi ed inediti a partire da una costante fissa: la soletta.
A proposito della soletta…è corretto affermare che la tua produzione creativa poggia le basi su una precisa e attenta ricerca dei materiali?
La soletta dei miei sandali è in alluminio aeronautico. La scelta del metallo deriva sia dalla volontà di realizzare delle calzature come fossero gioielli, sia dalla possibilità tecnica di rendere le scarpe facilmente smontabili. L’alluminio aeronautico è una speciale lega che viene utilizzata per la componentistica della Formula Uno. La mia città di nascita non a caso è Modena, conosciuta a livello mondiale come la patria dell’automotive. Su questa base più funzionale e tecnologica, s’innestano poi materiali preziosi che conferiscono ai miei sandali il valore e la sfarzosità tipici dei gioielli: coralli, perle, gemme, cristalli naturali, pietre dure, piume, filati speciali in seta e argento…A fondamento del mio progetto vi è una meticolosa e approfondita opera di ricerca, sin dai tempi in cui trascorrevo intere nottate ad archiviare articoli di riviste, nei quali riconoscevo specifici dettagli riconducibili al mio personale concetto di lusso ed eleganza. Ho sempre attribuito un ruolo centrale all’arricchimento delle nozioni in mio possesso: soltanto la conoscenza profonda dell’ambiente in cui si opera consente di esprimere i propri desideri di fronte a persone competenti.
L’innovazione è dunque l’anima del tuo brand. Dove vorresti spingerti in questo tuo continuo cammino di sperimentazione e di crescita?
La mia nuova sfida oggi è riuscire ad allargare la visione di Conspiracy al settore dell’abbigliamento con creazioni di alta moda, uniche e pregiate. Il sogno è quello di confezionare un giorno abiti all’altezza delle mie calzature, eguagliando il risultato stilistico ottenuto con i sandali. La ricerca è aperta!