Covid, il cibo invenduto nei ristoranti supera un milione di tonnellate
E' quanto emerge dal primo bilancio della Coldiretti sull'impatto delle chiusure sulla filiera agroalimentare
Oltre un milione di tonnellate di cibo invenduto. E' il peso della pandemia sui ristoranti. A calcolarlo ci ha pensato la Coldiretti in occasione del summit con il governo "Recovery 'Food', l'Italia riparte dal cibo" organizzato con Filiera Italia. Al danno economico e occupazionale si aggiunge il rischio di estinzione per oltre 5 mila specialità dell'enogastronomia locale.
In pericolo con la pandemia c'è anche il primato nazionale della biodiversità conquistato dall'Italia in Europa, che offre opportunità di occupazione a decine di migliaia di famiglie in aree interne spesso senza reali alternative.
Secondo le stime della Coldiretti, non sono mai arrivate nell'ultimo anno sulle tavole dei locali 330 mila tonnellate di carne bovina, 270mila tonnellate di pesce e frutti di mare e circa 220 milioni di bottiglie di vino. Numeri dietro i quali ci sono decine di migliaia di agricoltori, allevatori, pescatori, viticoltori e casari che soffrono insieme ai ristoratori.
L'aumento della spesa alimentare delle famiglie italiane del 7,4% nel 2020 per il maggior tempo trascorso a casa, non ha però compensato il crack della ristorazione il cui volume di affari si è dimezzato (- 48%) con il risultato che i consumi alimentari sono scesi al minimo da almeno un decennio in calo di 30 miliardi.
I tre giorni di Pasqua in zona rossa costano 1,7 miliardi ai 360mila ristoranti, bar, pizzerie e agriturismi costretti alla chiusura in tutta Italia proprio in uno dei weekend più importanti dell'anno dal punto di vista economico, con un impatto devastante su fatturati ed occupazione.
A Palazzo Rospigliosi a Roma, che ha ospitato l'evento, è stato aperto il primo salone dei prodotti agroalimentari tradizionali e delle specialità di Pasqua salvati dall`estinzione. Alle perdite della ristorazione si sommano quelle dell'intero sistema turistico. Senza il lockdown un italiano su tre (32%) avrebbe approfittato delle feste di Pasqua e Pasquetta per fare una vacanza. Ma a mancare all'appello sono anche gli oltre 4,5 milioni di stranieri. Con le chiusure dei fine settimana primaverili che valgono in questo momento già l`80% del fatturato ridotto al minimo, la zona rossa a Pasqua riduce ulteriormente la sostenibilita' economica delle attivita' di ristorazione, spiega l'associazione. Duramente colpiti soprattutto gli oltre 24mila agriturismi in Italia.
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