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Comune di Roma, l'assessore Muraro è indagata: "Mi dimetto"

I cinque capi di imputazione contestati riguardano presunte violazioni del testo unico ambientale: "Chiarirò la mia posizione", afferma. Per l'abuso di ufficio si va verso l'archiviazione

L'assessore alla sostenibilità ambientale di Roma Capitale Paola Muraro si dimette dall'incarico dopo aver ricevuto un avviso di garanzia. "Sono tranquilla e convinta di riuscire a dimostrare la mia totale estraneità ai fatti - spiega -. Tuttavia, per senso di responsabilità istituzionale e per rispetto verso questa amministrazione, ho deciso di dimettermi in attesa di chiarire la mia posizione". Il sindaco Raggi ha accettato le dimissioni.

"Oggi, tramite il mio legale, la Procura di Roma mi ha notificato un avviso di garanzia in riferimento all'articolo 256 del Testo unico sull'ambiente", spiega l'assessore Muraro in una nota. "Contestualmente sono stata informata che verrò ascoltata dalla Procura il 21 dicembre. Sono tranquilla e convinta di riuscire a dimostrare la mia totale estraneità ai fatti. Tuttavia, per senso di responsabilità istituzionale e per rispetto verso questa amministrazione, ho deciso di dimettermi in attesa di chiarire la mia posizione".

Sono cinque i capi di imputazione contestati: per uno si va verso l'archiviazione - Sono cinque i capi di imputazione contestati alla dimissionaria assessora all'Ambiente del Comune di Roma Paola Muraro, con riferimento all'epoca in cui era consulente di Ama, nell'invito a comparire inviatole dalla procura di Roma. Il reato contestato è violazione dell'articolo 256 comma 4 legge 2006 (reati ambientali) in concorso, a seconda dei singoli casi, con altri quattro responsabili, all'epoca dei fatti, di singoli apparati degli impianti Tmb di Rocca Cencia e di via Salaria. Per quello di abuso d'ufficio si va verso una richiesta di archiviazione.

Nell'invito a comparire per l'interrogatorio del 21 dicembre si contesta alla Muraro di aver "operato - si legge nell'avviso di garanzia - una gestione dei rifiuti in violazione delle prescrizioni delle autorizzazioni riguardanti la gestione degli impianti stessi per quanto in particolare concerne le percentuali di trasformazione dei rifiuti in ingresso in CDR, FOS e Scarti di lavorazione per gli anni 2010-2015, distintamente per l'impianto Rocca Cencia e Salario". "I dati risultanti da tale analisi indicano infatti una notevole discrasia tra quanto previsto dal D.M. 25 marzo 2013 e le performance raggiunge dagli impianti di trattamento meccanico e biologico gestiti da Ama S.p.A.".

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