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Settant'anni di UNIVAC I, il primo computer commerciale della storia

Alto più di due metri e pesante più di 13 tonnellate, ecco alcuni aneddoti sull'invenzione che ha rivoluzionato per sempre il mondo contemporaneo

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Era il 1951 quando J. Presper Eckert e John Mauchly, due ingegneri statunitensi, completarono il progetto Universal Automatic Computer I, meglio conosciuto come UNIVAC I: si tratta del primo computer commerciale della storia, che i due consegnarono all’ente United States Census Bureau al fine di monitorare il sostanziale aumento demografico che si verificò in America settant'anni fa. Grande quanto un armadio e pesante più di 13 tonnellate, questa invenzione avrebbe rivoluzionato per sempre il mondo.

Se il progetto fu consegnato dai due ingegneri il 31 marzo del 1951, fu solo il 14 giugno dello stesso anno che UNIVAC I fu messo finalmente in funzione: da allora, 46 unità furono vendute a società statunitensi e allo stesso governo americano, fino all'acquisizione da parte di General Electric, che impiegò questi ingombranti supercomputer per la gestione dei libri paga e il sistema di controllo degli inventari della sua fabbrica di elettrodomestici di Louisville.

A stupire, oltre alle incredibili capacità di elaborazione dei dati (utili non soltanto per la risoluzione di calcoli complessi ed equazioni, ma anche per automizzare tutta una serie di processi fondamentali nella gestione di risorse) erano certamente le dimensioni - mastodontiche per l'epoca - e il prezzo: UNIVAC I era "un armadio" alto 2.43 metri e pesante più di 13 tonnellate, venduto a un prezzo che variava da un milione e 250mila dollari a un milione e mezzo di dollari. Un investimento considerevole che permetteva tuttavia di ottimizzare nettamente i tempi registrando e classificando dati (ad esempio, il genere e lo stato civile di un cittadino americano) in una frazione di secondo.

Fa sorridere pensare che nello sviluppo di quello che è stato il primo computer commerciale della storia, J. Presper Eckert e John Mauchly finirono quasi sull’orlo della bancarotta: il finanziamento da parte del Census Bureau fu solo di 400mila dollari, ma il costo totale di progettazione e costruzione di UNIVAC I arrivò pericolosamente attorno al milione di dollari. Fortunatamente, dopo la prima unità utilizzata dal gruppo per monitorare il baby boom, l'avvento di General Electric contribuì alla diffusione di questo nuovo strumento composto da 5200 valvole tubolari, tutte installate nel processore.

UNIVAC I fu il primo computer nella storia a essere utilizzato per l’elaborazione dei dati e l'immagazzinamento automatico di lettere e numeri, ma anche il primo a prevedere la vittoria alle elezioni presidenziali, assegnando nel novembre 1952 la vittoria al Presidente Dwight D. Eisenhower con un margine di errore dell’1%.

Con un peso di 13 tonnellate, consumi per 125 kW e una velocità di esecuzione di "soli" 2.25 MHz, il supercomputer era in grado di effettuare 455 moltiplicazioni per secondo e poteva immagazzinare fino a 1000 stringhe nella sua memoria al mercurio. Ogni elemento della memoria poteva contenere due istruzioni, un numero a 11 cifre e segni o 12 caratteri alfabetici.

Settant'anni dopo, i PC sono diventati una consuetudine della vita di tutti i giorni. Complice la pandemia, nell’ultimo anno il mercato dei computer ha fatto registrare la miglior crescita dell’ultimo decennio, con 79 milioni di unità distribuite in tutto il mondo e un aumento del 10.7% rispetto all’anno precedente.

"In 70 anni la tecnologia ha fatto enormi passi avanti. L’UNIVAC I è stato sicuramente il precursore di questo movimento che oggi è fondamentale per gestire l’operatività delle grandi aziende del settore pubblico e privato", ha affermato Stefano Musso, amministratore delegato di Primeur. "Una gestione migliore dei dati vuol dire un maggiore incremento della produttività, del time to market e del servizio complessivo di un’azienda, oltre a permettere di prendere scelte più precise e rapide a livello di business management".

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