E' in corso un fenomeno di "esodo" di malati di epatite C verso l'estero e soprattutto verso l'India dove il costo dei farmaci è nettamente meno caro. A valutare strade alternative sono molti dei malati in condizioni non gravi, che per ora non possono accedere alle cure gratuite in Italia. I fondi per fornire la terapia a tutti, infatti, non ci sono e le Regioni finora l'hanno consegnata a chi è più a rischio, cioè a 63mila persone in circa due anni escludendo dunque migliaia di persone dalla possibilità di curarsi.
Secondo le stime dell'associazione di malati Epac, che recentemente ha interpellato 84 centri italiani dove si cura l'epatite C, sono circa mille le persone che hanno affrontato un viaggio in India per comprarsi il generico del Sovaldi, il medicinale che un paio di anni fa ha rivoluzionato le cure per questa malattia infettiva, o delle molecole simili che lo hanno seguito. Con poche migliaia di euro hanno così ottenuto una cura che da noi, se non si è gravi, costa più di 40 mila euro.
La domanda di turismo sanitario cresce e nasce anche un'offerta, da parte di agenzie che organizzano i trasferimenti. E' così che "con duemila euro, più il volo che è a carico del paziente, offriamo albergo, visita dallo specialista in ospedale e consegna del medicinale da parte della farmacia. Il tutto spostandosi con un autista privato. Inoltre, chi vuole può fare anche un giro turistico di un giorno o due", come dice a La Repubblica un dipendente dell'agenzia Arimedio che si occupa di organizzare veri e propri tour operator per malati verso destinazioni con prezzi convenienti per le cure e l'acquisto dei farmaci.
Le cose si possono complicare per chi, invece, sceglie la più rischiosa strada dell'acquisto online. Sono tantissimi i siti che offrono i generici di Sovaldi e simili ma ovviamente c'è la possibilità di imbattersi in chi vende prodotti contraffatti. E poi c'è la legge, che non permette di acquistare all'estero medicinali disponibili in Italia, tanto meno online. Ma il Sovaldi, come ha detto anche la magistratura nel caso di un paziente milanese, qui non è a disposizione di tutti i malati gratuitamente, e quindi reperirlo all'estero sarebbe possibile.
E' necessario, però, rispettare una serie di regole, e per questo sta aumentando il fenomeno delle agenzie volte ad assistere chi vuole tentare l'acquisto in India. Da ciò, il ricavo dalla commissione si aggirerebbe intorno al 10% della quota totale spesa dal paziente viaggiatore.