Nazarena Vesentini, fashion designer veneta ma torinese d’adozione, mi apre le porte del suo atelier nel pieno centro della città. Le sue creazioni mi seducono per la loro originale eleganza, minimalista e delicata. Capi avvolgenti, dalle linee ampie e pulite, che si intersecano in un gioco di volumi, morbidi e destrutturati. Colori essenziali che riproducono l’autenticità delle sfumature esistenti in natura, come il blu degli zaffiri, il bianco delle ostriche, il grigio del ferro, il verde delle olive, il bianco ed il nero in tutta la loro primitiva purezza.
Questa giovane donna dagli occhi magnetici non ha però sempre vissuto nel mondo incantato, prezioso ed elegante, degli showroom di moda. Alle sue spalle una lunga esperienza come ingegnere nelle più grandi realtà aziendali del nostro Paese. Nata a Verona, la laurea in ingegneria l’ha spesso portata lontana dalla sua città d’origine, finché l’amore per la moda e per la famiglia hanno trovato per lei una nuova casa.
Nazarena, qual è stato il tuo percorso nel mondo del lavoro prima di diventare stilista?
Dopo le scuole superiori, mi sono iscritta alla facoltà di Ingegneria delle Telecomunicazioni di Padova. Durante gli studi universitari, ho però anche frequentato per quattro anni una scuola di taglio e cucito. Mi sono laureata nel mese di aprile e, nel giugno di quello stesso anno, ho conseguito anche il diploma professionale. Avrei voluto lavorare in un’azienda di abbigliamento, ma il mio curriculum vitae mi ha portata a trovare il mio primo impiego a Torino, presso la FIAT, dove sono rimasta per tre anni, pur viaggiando molto: Svezia, Polonia, Germania…Ero addetta all’ufficio acquisti e mi occupavo della ottimizzazione dei processi produttivi dei fornitori. E’ stata un’esperienza formativa stimolante ed arricchente, che mi ha insegnato soprattutto a capire il costo dei prodotti e dei singoli elementi che li compongono. Il mio lavoro successivo mi ha riportata nel Triveneto, a Bolzano, come responsabile della ricerca dei tessuti alla Salewa, azienda produttrice di attrezzature, abbigliamento tecnico e calzature per lo sport in montagna. Sono quindi rientrata a Torino, la città dove ho incontrato l’amore e creato la mia famiglia, siamo io, mio marito e mio figlio. Ho trovato un nuovo impiego alla Sparco, società specializzata nella produzione di componenti automobilistiche e abbigliamento tecnico, utilizzato nelle maggiori competizioni. Inizialmente mi occupavo delle importazioni dalla Cina, dove mi recavo molto di frequente per il controllo delle forniture. Dopo la maternità, sono passata al controllo della qualità di produzione delle tute per piloti e team di Formula 1. Queste esperienze, sia pur nel mio ruolo più istituzionale d’ingegnere, mi hanno ricondotta a contatto con i tessuti e le vestibilità…la mia vera passione è tornata prepotentemente allo scoperto e, nel 2014, ho finalmente creato il marchio di moda che porta il mio nome www.nazarenavesentini.com.
Ma quando è nata veramente Nazarena stilista? In quale momento della tua vita hai riconosciuto per la prima volta questa tua grande passione?
Mia nonna era maestra di taglio e faceva la sarta: confezionava pellicce. Erano gli anni’80, il periodo d’oro della pellicceria. Quando, ancora bambina, entravo nel suo laboratorio, mi sentivo a casa. Avvertivo una sensazione di appartenenza verso quel mondo fatto di creatività e artigianalità manuale. Ho vissuto la mia infanzia e la mia adolescenza a Verona, in una realtà piuttosto elegante. Studiavo in un liceo scientifico del centro, dove spopolava tra le compagne di scuola il gusto, quasi ossessivo, per il look e le grandi firme. Io non avevo grandi disponibilità economiche e ad un certo punto mi sono detta: “Un giorno imparerò a realizzare da sola i miei abiti!”
E oggi quel desiderio si è avverato. Cosa caratterizza le tue creazioni? Cosa ritroviamo della tua personalità negli abiti che disegni e confezioni?
Le mie collezioni hanno uno stile giapponese-rigoroso, che però cerco sempre di adattare al mercato cui mi rivolgo. Il mio concetto di moda vuole comunque rispondere alle esigenze della mia clientela. Il mio pubblico è eterogeneo, signore dai 40 ai 90 anni! Sono donne mature e consapevoli, in fasce d’età anche molto diverse tra di loro. Studio delle vestibilità comode e spesso i miei capi sono concepiti come taglie uniche. In ogni caso, non disegnerei mai un abito che non volessi io stessa per prima indossare. La mia convinzione è che un capo di abbigliamento debba essere addirittura più bello dentro che fuori. E’ per questo che rivolgo un’attenzione estrema ai processi produttivi e la maggior parte delle fasi di lavorazione sono eseguite a mano. Ho inoltre un vero e proprio culto per i tessuti, che rappresentano sempre la base di partenza di ogni mia creazione. Il materiale ispira la mia creatività, non riesco ad immaginare un vestito senza aver individuato prima il tessuto, che deve rispondere sempre a canoni di massima qualità. Acquisto infatti dagli stessi fornitori di stilisti di haute couture come Armani, Dior, Dolce&Gabbana…per assicurare la pregiatezza intrinseca dei miei capi. Il feltro è la mia fibra per eccellenza: una stoffa calda, leggera, pratica e versatile. Quello che mi affascina, forse anche in contrasto con il mio percorso di studi, è che il tessuto non sia una scienza esatta: ogni trama è diversa dall’altra, non si finisce mai d’imparare, facendo moda ci si arricchisce ogni giorno.
Quali difficoltà hai dovuto affrontare per affermarti come stilista?
Torino si presenta all’inizio, agli occhi di chi la guarda dal di fuori, come una città piccola e diffidente. Quando i torinesi ti scelgono, tuttavia, non ti abbandonano più. C’è un alto tasso di fedeltà. In una realtà come questa la migliore pubblicità è il passaparola. All’inizio il mio negozio veniva visitato soltanto per lanciare la classica “occhiata” curiosa. La gente spesso entrava, mi riempiva di complimenti per le mie collezioni, ma non acquistava. Trascorso un anno dall’apertura, vedendo che il mio punto vendita era ancora lì, è iniziata a circolare la voce: “Allora questa ragazza è davvero capace di fare il suo mestiere!”. La gente a quel punto ha deciso di accordarmi la fiducia necessaria per vincere le resistenze iniziali ed affermarmi sul mercato.
Cosa sogni per il futuro del marchio Nazarena Vesentini?
Il mio desiderio per i prossimi anni è quello di uscire dalla mia piccola realtà con una distribuzione più diffusa e una strategia di comunicazione più efficace. Intanto, per la mia nuova campagna pubblicitaria, ho avuto l’onore di avere come testimonial Yendry Fiorentino, volto noto tv, già concorrente ad X Factor e cantante fissa nel programma “Crozza nel Paese delle Meraviglie”. Il sogno nel cassetto? Esporre un giorno, perché no, al Tranöi di Parigi o partecipare a Who’s on Next!