TUTTI CONTRO TUTTI

Referendum, polemiche sulla violazione del silenzio. L'Osservatore Romano: "Italicum convitato di pietra"

Gli italiani chiamati alle urne, occhi puntati sul voto dei residenti all'estero. I leader politici attesi a Roma per l'esito dello spoglio

© Ansa

Nemmeno il silenzio elettorale ha fermato le polemiche alla vigilia del voto per il referendum costituzionale. Tra i comitati del Sì e del No, le accuse di aver violato il silenzio si sono incrociate per tutta la giornata, alimentate da video e post finiti sui social di entrambi i fronti. Sul voto è intervenuto anche l'Osservatore Romano, parlando di "un convitato di pietra" nella sfida, l'Italicum, da cui dipenderanno "gli effetti della riforma".

Le polemiche sul silenzio - "Renzi potrebbe avere una cocente delusione sul voto all'estero", ha dichiarato nel giorno del silenzio elettorale il vicepresidente del "Comitato del No", Alfiero Grandi, parlando di percentuali di voto in linea con il passato. Immediata la reazione del comitato "Basta un sì" che a sua volta ha denunciato "l'ennesima bufala" del M5S di Livorno che avrebbe messo sul sito la foto del comizio finale di Renzi a piazza della Signoria, spacciandola per la chiusura della campagna grillina a Livorno.

Il video di Berlusconi e la lettera di Renzi - Ma i sostenitori del Sì hanno visto crescere nel fronte del No "la paura di perdere" anche dalla pubblicazione di un video di Silvio Berlusconi su Facebook, nel quale il leader di Forza Italia è tornato ad auspicare che il premier lasci la politica in caso di sconfitta. Ad alimentare le polemiche è poi arrivata la lettera di Renzi, diffusa dal presidente dell'Anci Antonio Decaro, nella quale si legge come il governo sia impegnato ad allineare "la scadenza di ogni concessione in essere al 31.12.2020" previste dalla direttiva Bolkestein. Quella contestata dagli ambulanti in queste ore. "Dopo mesi Renzi ne parla proprio oggi? La spudoratezza non paga", commenta Giovanni Toti. "Perché allora non parlano anche del Consiglio di Stato sulle Popolari?", gli fa eco il capogruppo Renato Brunetta.

Quasi tutti i leader politici a Roma per l'esito del voto - Ciò che è certo, è che dopo una campagna referendaria lunghissima e molto combattuta, il grande giorno è arrivato: gli italiani sono chiamati a decidere con il loro voto se approvare o bocciare la riforma istituzionale. Quasi tutti i leader politici, tranne Beppe Grillo, aspetteranno a Roma l'esito dello spoglio. Il premier Matteo Renzi, che ha passato la vigilia a casa sua a Pontassieve, dovrebbe arrivare in tarda serata nella sede del Pd, dove si riuniranno esponenti del governo e i vertici dem. Silvio Berlusconi voterà nella Capitale. Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, tornerà in serata a Roma dopo aver votato a Palermo.

Occhi puntati sul voto degli italiani all'estero - Oltre al risultato, sono due le variabili su cui si concentra l'attenzione di politici ed osservatori: l'affluenza alle urne per un referendum che, seppur su un tema complesso, sembra aver richiamato l'attenzione dell'opinione pubblica. Ed il risultato del voto all'estero, che potrebbe essere, secondo molti, determinante se lo spoglio risultasse sul filo. In ballo c'è molto più della riforma costituzionale ed è certo che il referendum avrà pesanti conseguenze politiche sia che vinca il Sì, sia che vinca il No.