Bresciano rapito in Siria, pm: andò in Turchia per cercare denaro
"Avevo bisogno di soldi. Mi disse che aveva contatti con finanziarie in Turchia e si offrì di andare", afferma il 50enne. "Gli feci un bonifico di 5.500 euro sulla sua carta. Poi partì"
"In Turchia, Sergio, ci è andato per me". Lo ha rivelato Marco Scalvinoni, 50 anni, amico di Sergio Zanotti, il bresciano 56enne che compare in un video pubblicato nei giorni scorsi nel quale chiede aiuto al governo italiano, dicendo di essere stato rapito in Siria da un gruppo armato. "Cercavo soldi per rientrare nel giro del commercio di metalli ferrosi. Avevo bisogno di una fidejussione. Lui mi disse che aveva contatti con finanziarie in Turchia".
"Conosco Sergio da diversi anni, abbiamo attraversato vicissitudini finanziarie e giudiziarie insieme". "Lui mi disse che mi avrebbero aiutato e fornito quello di cui avevo bisogno - prosegue Scalvinoni nel suo racconto al
Giornale di Brescia -. Si offriva di andarci, ma aveva a sua volta necessità di denaro. Gli feci un bonifico di 5.500 euro sulla sua carta di credito ricaricabile. Pochi giorni dopo partì. Nel periodo in Turchia mi chiese altri soldi, poi non l'ho più sentito".
"Non ci sono novità, aspettiamo fiduciosi", ha detto dal canto suo Yolande Mainer, l'ex moglie francese di Sergio Zanotti. Gli inquirenti stanno scandagliando la vita e le amicizie di Zanotti. Non si esclude che possa aver accumulato debiti in Italia che aveva intenzione di saldare.
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