le indagini riaperte grazie ai genitori

Palma Maiorca,"Martina cadde dal balcone fuggendo da uno stupro"

Il papà di Martina confida alla stampa il suo sollievo per la riapertura del caso: "Non poteva essere stato un incidente, no"

Per la morte a Palma di Maiorca di Martina Rossi, la studentessa precipitata cinque anni fa dal balcone di un albergo, il procuratore di Arezzo  ha firmato l'avviso di chiusura indagine per i due giovani aretini accusati della morte della ragazza come conseguenza di altro reato e di tentata violenza sessuale. La ventenne genovese morì il 3 agosto 2011 precipitando dal balcone di un albergo alle Baleari. L'episodio venne archiviato come suicidio.

Nel 2012 le indagini vennero riaperte grazie alla tenacia dei genitori di Martina, Bruno e Franca, che non si sono mai rassegnati alla versione della polizia spagnola secondo la quale la ragazza, sotto effetto di stupefacenti, era caduta dal balcone.

Il 7 febbraio 2012 Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, due ventenni aretini conosciuti a Palma da Martina e dalla amiche durante la vacanza, furono convocati in qualità di testimoni. Incuranti delle microspie piazzate dagli investigatori nella saletta, i due iniziarono a parlare e a scambiare confidenze giudicate "compromettenti" circa un presunto tentativo di violenza sessuale di cui nessuno al momento aveva parlato.

I due ragazzi vennero immediatamente indagati per "omicidio colposo, omissione di soccorso e tentata violenza sessuale" e da Genova il caso passò ad Arezzo. Secondo l'accusa in pratica Martina Rossi, in camera con i ragazzi, avrebbe provato a sfuggire all'aggressione passando da un balcone all'altro, ma perdendo l'equilibrio sarebbe precipitata nel cortile dell'hotel.

Il papà di Martina confida a "Repubblica" i propri timori: "Non poteva essere stato un incidente, no. Adesso anche la polizia è convinta che sei morta a vent'anni cercando i fuggire a una violenza".

La riesumazione della salma di Martina e l'autopsia hanno evidenziato diversi particolari incompatibili con la caduta: graffi alle braccia e una abrasione su una spalla. Il procuratore di Arezzo ha inviato gli avvisi di fine indagine e come anticipa "Repubblica", la richiesta di rinvio a giudizio sarebbe già pronta.