Un cittadino italiano, Sergio Zanotti, originario di Brescia, sarebbe prigioniero di un gruppo armato non identificato in Siria da sette mesi, secondo quanto riferisce il sito russo Newsfront, che mostra un video mentre l'ostaggio chiede l'intervento del governo italiano per evitare una sua "eventuale esecuzione". A sequestrarlo non è stato un gruppo terroristico ma criminali comuni.
L'unità di crisi della Farnesina è a conoscenza del video da diversi giorni e sta seguendo il caso. "Mi chiamo Sergio Zanotti, sono da sette mesi prigionieri qui in Siria prego il governo italiano di intervenire nei miei confronti prima di una eventuale esecuzione". Questo il messaggio in italiano che Zanotti recita nel video diffuso attraverso i social network.
Sequestro anomalo - Nessuna richiesta di riscatto sarebbe giunta finora per il sequestro di Sergio Zanotti. Fonti di intelligence hanno però confermato il rapimento. E' considerato comunque un "sequestro anomalo" quello di Zanotti. Secondo quanto riferiscono fonti investigative, l'anomalia sta nel fatto che "nessuno ha denunciato la scomparsa dell'uomo e che al momento non c'è richiesta di riscatto".
La procura di Roma indaga da mesi - Sul rapimento di Zanotti la Procura di Roma già da alcuni mesi ha aperto un fascicolo di indagine. Il procedimento contro ignoti, coordinato dal sostituto procuratore Sergio Colaiocco, ipotizza il reato di sequestro di persona per fini di terrorismo. Zanotti era partito dall'Italia alla volta della Turchia, a poca distanza dal confine con la Siria, per non precisati motivi di lavoro. In base a quanto si apprende dell'uomo i familiari avevano perso le tracce intorno alla metà di aprile scorso in concomitanza con quella che doveva essere la data del suo rientro in Italia.
La ex moglie: "Pensavo fosse morto" - A denunciarne la scomparsa è stata la ex moglie Yolande Mainer, che ai giornalisti ha detto: "Pensavo fosse morto. Non ci sentivamo da maggio, da quando era partito. Ho visto il video, mi sono impressionata. Non era da lui. Mi hanno impressionato i suoi occhi. Mi fido della Farnesina, sono sempre stata in contatto con loro. Lo cerchino ovunque".
Per chi indaga è ancora tutta da chiarire la dinamica del rapimento e in quale contesto sia avvenuto: al momento non è chiaro il giorno della scomparsa dell'uomo e del fatto che non ci sia stata alcuna rivendicazione. Al vaglio degli inquirenti anche il video diffuso oggi.
I familiari di Sergio Zanotti avevano presentato denuncia di scomparsa già nel maggio 2016. L'uomo, un ex imprenditore la cui impresa edile è stata dichiarata fallita, in passato era stato condannato a un periodo di detenzione per evasione fiscale. A Marone, sulla sponda bresciana del lago di Iseo, vivono i parenti più stretti dell'uomo. Hanno riferito che Zanotti aveva programmato un viaggio di pochi giorni all'estero ad aprile.
A Tgcom24 parla l'italiano taggato nel video di Facebook Il video è stato postato il 21 novembre nella pagina Facebook di un certo Almed Medi, un anonimo che ha aperto il profilo sul social network per l'occasione, affermando di essere di Milano, di essersi laureato nel capoluogo lombardo e di vivere a Napoli. Lo stesso Medi ha poi provveduto all'invio delle immagini al sito russo News-front. Nel post l'anonimo autore ha taggato anche l'italiano Raffaele Guido, probabilmente per fare in modo che la notizia venisse diffusa anche in Italia. Ma, raggiunto al telefono da Tgcom24, Guido afferma di non conoscere né Medi né Sergio Zanotti, di non avere rapporti con la Siria e di non capire il motivo per il quale è stato coinvolto nella vicenda. "Ho pensato di avvertire le autorità, ma non ne ho avuto tempo - aggiunge a Tgcom24. - Ho sentito il video sommariamente e all'inizio ho pensato che si trattasse di una bufala. Ora contatterò la polizia".