Per quanto Fidel Castro avesse da tempo lasciato le leve del potere al fratello Raul, la morte del Lider Maximo pone dubbi sulla tenuta del sistema del partito unico. Inoltre Raul Castro, 85 anni, ha già annunciato che lascerà nel 2018 e il successore designato, Miguel Diaz-Canel, non ha il consenso di tutti. Sul fronte internazionale, poi, la fase di disgelo tra Cuba e Usa apertasi con Obama rischia di essere minata con l'avvento di Trump.
Entro il 2018 Raul Castro dovrà aver messo a regime una serie di cambiamenti politici ed economici, attesi anche alla luce del disgelo con gli Stati Uniti di cui è stato protagonista assieme al presidente Usa Barack Obama e che ha provocato qualche mugugno dell'ingombrante fratello maggiore. A Washington, però, il vento è cambiato e per nulla a favore del regime castrista 2.0.
Le elezioni presidenziali sono state vinte da Donald Trump, che ha avuto il sostegno dei fuorusciti cubani e che ha liquidato la figura di Fidel come un "brutale dittatore". Il tycoon ha detto che farà "di tutto" da presidente per portare la libertà nell'isola caraibica. Nell'interpretazione di cosa sarà quel "tutto" sta il futuro dei cruciali rapporti tra Usa e Cuba.
Fidel ha lasciato il potere a Raul dieci anni fa. Ma è rimasto una presenza ingombrante. Le sue "riflessioni" sugli affari cubani e mondiali sono apparse regolarmente sui media di stato. Sulle decisioni importanti, Fidel contava ancora, eccome. Raul, dal canto suo, ha dato il via a riforme economiche graduali, che potrebbero venire accelerate senza la presenza di Fidel, rimasto fedele all'ideale marxista-leninista fino all'ultimo giorno.
C'è poi il tema dell'equilibrio del potere all'interno. Nel 2018, quando Raul lascerà il potere, ci sarà il prossimo congresso del partito. Il successore nominato, Miguel Diaz-Canel, oggi ha 56 anni. Sarà il primo leader che non ha fatto parte del movimento rivoluzionario originario di Castro, che rovesciò il despota Fulgencio Batista. Ci sono analisti che prevedono una lotta di potere interna al regime.