Due settimane dopo le elezioni presidenziali americane, vinte da Donald Trump, Hillary Clinton non finisce ancora di allargare il divario: il numero finale di voti in favore dell'ex candidata democratica (64 223 958) ha superato di 2 milioni (pari all'1,5% in più) quelli conquistati dal neo eletto presidente repubblicano (62 306 296). Questi sono i dati pubblicati dal New York Times dopo l' ultimo riconteggio svoltosi negli Stati del New Jersey, dell'Illinois, del Maryland e della California.
Trump, candidato repubblicano più votato di sempre Hillary si riconferma dunque come "super perdente" in quanto ha vinto a livello popolare ma è stata penalizzata a livello di "grandi elettori" negli Stati elettoralmente rilevanti.
In tutto, sono stati conteggiati 133.573.700 voti, il che è un record per le presidenziali statunitensi considerando le percentuali impressionanti di astensionismo. Il democratico Barack Obama resterà il candidato più votato in un'elezione presidenziale statunitense, con 69.297.997 preferenze nel 2008, ma Trump è diventato il candidato repubblicano più votato di sempre, superando George W. Bush, che nel 2004 ottenne 62.039.073 voti.
Nonostante ciò,solamente in sei stati (e nella capitale Washington D.C.) il numero degli astenuti è stato minore di quello dei votanti per uno dei due candidati: Iowa e Wisconsin per Trump, mentre Maine, Massachusetts, Minnesota, New Hampshire e Washington D.C. per la Clinton. Complessivamente, soltanto il 56,9% degli aventi diritto al voto ha esercitato tale diritto: il 26,27% dei votanti ha votato per i Democratici, mentre il 26,02% ha votato per i Repubblicani. Inoltre, i Repubblicani hanno perso 667.646 voti dall’era Romney, ma i Democratici hanno perso ben 5.075.873 voti da quando Barack Obama fu eletto nel 2012.
Possibile sospetto di brogli A fronte dello scarto netto di più di 2 milioni di voti da parte della Clinton, un gruppo di esperti del Centro per la sicurezza informatica, ha dato l'allerta riguardo ad un rischio di brogli elettorali. Come ha riportato il New York Times, questi esperti assicurano di avere la prova che il numero di voti negli Stati del Michigan, Pennsylvania e Wisconsin, sono stati manipolati a spese della candidata democratica. Secondo loro, Hillary avrebbe perso del 7% nelle contee dove il voto è stato effettuato elettronicamente.
Per scongiurare il rischio che i risultati siano stati alterati da hacker stranieri, si richiederà il riconteggio dei voti negli stati chiave e in particolare nei tre citati. Il rapporto verrà presentato, nei prossimi giorni, alle autorità federali ed ai presidenti delle commissioni del Congresso.
«Dobbiamo avere un controllo delle schede post elezione», ha dichiarato Barbara Simons, esperta di voto elettronico e consigliere della commissione Usa per l'assistenza elettorale. I sospetti di possibili hackeraggi del voto si fondano sulle note vicende della scorsa estate, quando i sistemi informatici del partito democratico e della campagna di Clinton hanno subito diversi attacchi che, secondo l'intelligence Usa, sono stati originati da hacker russi. Ed i sospetti si concentrano in particolare in Stati come il Wisconsin dove la Clinton era stata data per vantaggio per mesi prima delle elezioni e dove Trump - secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Guardian - avrebbe raccolto un numero di voti impressionante proprio nelle contee dove viene usato il voto elettronico.
Nel frattempo, sul sito "Change.org" è partita una petizione di 4.000.000 di firme richiedenti ai grand elettori di certi Stati, di non seguire il risultato dei voti il 19 dicembre, il giorno in cui il neo presidente sarà ufficialmente votato dai grandi elettori . Almeno sei di loro avrebbero già dichiarato l'intenzione di non votare per Trump.