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Migliora la situazione economica delle famiglie

L'Istat osserva che nei nuclei in cui la persona di riferimento è un occupato aumentano i giudizi positivi. Il grado di soddisfazione individuale è legato all'andamento del ciclo economico

Il lavoro è il fulcro di tutto. Se la persona di riferimento all'interno di un nucleo familiare vanta una posizione lavorativa stabile, maggiori saranno allora i giudizi positivi sulla condizione economica della famiglia. Può sembrare una valutazione di per sé banale, ma resta un indicatore fondamentale per capire lo stato di salute della nostra economia. Molto più che, a livello individuale, il grado di soddisfazione è legato proprio all'andamento del ciclo economico.

Nel report dell'Istat relativo alla soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita, emerge che quest'anno le famiglie la cui persona di riferimento è un occupato avvertono maggiormente un miglioramento o una stabilità economica (70%), soprattutto in caso di persone che ricoprono ruoli quali dirigente, imprenditore o libero professionista (75,4%) o quadro e impiegato (74,8%).

Nella recente valutazione macroeconomica del disagio sociale elaborata da Confcommercio (il Misery Index) si osserva a settembre un aumento dell'indice di disagio sociale a 18,9 punti (+0,2), con una disoccupazione estesa (comprendente disoccupati, cassaintegrati e scoraggiati) che segna un lieve rialzo dello 0,1%, attestandosi al 14,8%. Segno, cioè, che la ripresa è fragile e alquanto altalenante.

Tuttavia, si legge nel report dell'Istat, negli ultimi anni abbiamo assistito a dei miglioramenti rispetto a quando la crisi è iniziata. Se nel 2008 si registrava un declino nella quota dei molto o abbastanza soddisfatti e nel 2012 si osservava un’ulteriore riduzione, a partire dal 2014 è cominciata una lenta ripresa proseguita nei primi mesi del 2016. In particolare aumenta la percentuale di coloro che si dichiarano abbastanza soddisfatti (che dal 44,6% del 2015 passa al 47,3% di quest'anno), soprattutto al Nord con un divario ancora netto sulla quota di chi si dichiara soddisfatto nel Mezzogiorno.

Ad ogni modo l'incremento di chi afferma di essere abbastanza o molto soddisfatto della propria situazione economica viene osservato in tutte le aree geografiche interessate (Sud compreso) e, contestualmente, si registra una flessione di chi la ritiene poco o per niente migliorata. Un andamento più o meno analogo riguarda le famiglie.

Meno della metà delle famiglie in cui la persona di riferimento è in cerca di occupazione riporta un miglioramento. Rispetto al 2015 – riassume il report dell'Istat – si stima un aumento delle famiglie che considerano adeguate le proprie risorse economiche (dal 55,7% al 58,8%) e una parallela diminuzione di quelle che le ritengono scarse (dal 36,3% al 33,6%). Anche in questo caso i giudizi positivi prevalgono al Nord, ma in generale interessa tutte le ripartizioni.

In questo senso la posizione lavorativa è molto importante. Infatti, nelle famiglie in cui la persona di riferimento è un dirigente, imprenditore o libero professionista, la percentuale raggiunge l’80%, mentre è del 53,7% nelle famiglie di operai e del 60,3% in quelle dei lavoratori in proprio.

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