Con le prime giornate tiepide di primavera e con il desiderio di tornare indossare abiti più leggeri, balza agli occhi la necessità di recuperare la linea. Qualche stravizio pasquale e le limitazioni portate dai divieti legati alla pandemia di Covid-19 ci hanno privati dello sport e delle attività in palestra: insomma, da mesi ormai mangiamo di più e ci muoviamo di meno. E’ dunque l’ora di correre ai ripari, per lo meno se vogliamo tornare a indossare i jeans dello scorso anno. Per ottenere un buon risultato dalla nostra dieta, è bene fare piazza pulita di una serie di falsi miti e di vere e proprie bufale che possono compromettere l’efficacia del nostro regime alimentare.
La fonte dei consigli è autorevole: le indicazioni vengono dalle linee guide dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in fatto di sana alimentazione. Vediamo in sintesi gli errori e le convinzioni errate di cui dobbiamo liberarci.
1 – FRUTTA - Bere un succo di frutta non è la stessa cosa che mangiare un frutto fresco: il primo è ricco di zuccheri, il secondo di vitamine e fibre. Consumata a fine pasto, la frutta non crea necessariamente gonfiore a meno che non si soffra di problemi digestivi. La frutta, però, contiene fruttosio ed è piuttosto calorica: meglio sfruttarla per uno spuntino spezza-fame.
2 – ZUCCHERI – Non è vero che lo zucchero di canna abbia meno calorie di quello bianco: entrambi sono a base di saccarosio e forniscono entrambi calorie “in più” che, per dimagrire, vanno limitate il più possibile. Sostituire lo zucchero con il miele non è più “dietetico” né più salutare.
3 – CIBI INTEGRALI E GRANI ANTICHI – Non è vero che i cereali integrali contengano meno calorie di quelli raffinati: hanno però un maggior contenuto di fibre, dal maggior potere saziante, utili nel ridurre l’assorbimento dei grassi e amiche della funzionalità intestinale. Non è vero neppure che i grani antichi (ad esempio kamut, saragolle e altri ancora) siano più salutari e preferibili rispetto ai grani moderni. Non è vero che la pasta consumata la sera faccia ingrassare, se consumata in quantità moderate: inoltre, grazie alla presenza del triptofano, un aminoacido che favorisce la produzione di serotonina, favorisce un buon riposo.
4 I GRASSI SONO DA ELIMINARE – Falso. Una dieta sana deve garantire un corretto apporto di lipidi, presenti ad esempio nell’olio extravergine di oliva, ma anche nella frutta in guscio, nelle uova e nell’avocado. Decisamente meno salutare è il burro: anche la margarina, per quanto di origine vegetale, è meno sana dell’olio EVO.
5 – ACQUA – Si deve bere sempre, durante tutta la giornata, compresi i pasti: non è vero che bere a tavola sia controproducente, né che le acque ricche di calcio favoriscano i calcoli. È falso anche che le acque oligominerali siano più utili per eliminare la cellulite.
6 BEVANDE ALCOLICHE – Non è vero che l’alcol favorisca la digestione. Non è vero neppure che aiuti a riscaldarsi: al contrario è un vasodilatatore che, dopo un primo istante di calore, ne provoca una maggiore dispersione. Non favorisce l’attività sessuale, perché ha un effetto depressivo sul sistema nervoso centrale e, semmai, influisce negativamente sulla prestazione
7 I PRODOTTI "LIGHT "– Non è vero che contengano poche calorie e che quindi si possano consumare liberamente quando si è a dieta: leggendo le etichette si vede chiaramente che hanno più o meno lo stesso apporto calorico dei prodotti tradizionali.
8 IL SALE – Va sempre consumato con grande parsimonia: il sale iodato non può essere sostituito dal sale marino integrale, che contiene quantità di iodio molto esigue.
9 INTEGRATORI MULTIVITAMINICI - Non è vero che possano sostituire la frutta e la verdura. il loro utilizzo è consigliato solo per periodi limitati e senza rinunciare alle cinque porzioni al giorno di frutta e verdura.
10 – DIMAGRIRE IN FRETTA – Non è vero che si possano perdere molti chili in brevissimo tempo, specie se si vuole conservare nel tempo l’obiettivo raggiunto. Le diete-lampo sono poco efficaci e dannose per la salute: meglio imparare un corretto stile alimentare da trasformare in abitudine permanente.