Due certificati elettorali, due possibilità di voto, almeno sulla carta. E' quanto denuncia Edoardo Livolsi, italiano residente a Praga che, dopo aver votato per il referendum, ha per errore ricevuto un altro plico elettorale dall'Ambasciata d'Italia con tutto il materiale necessario. Lo riporta Il Fatto quotidiano. Come è possibile? Nel mirino il servizio di stampa e distribuzione delle schede che varia da Stato a Stato e non è sotto il controllo del Viminale.
La vicenda mette in risalto la cattiva gestione delle operazioni connesse al voto all'estero che può inficiare la partecipazione democratica. Va precisato che la scheda elettorale diventa un documento ufficiale solo nel momento in cui viene ricevuta dalla cancelleria consolare e opportunamente timbrata.
E' auspicabile, quindi, che se Livolsi avesse spedito in ambasciata anche il secondo plico, questo sarebbe stato considerato nullo, in quanto proveniente da un elettore che ha già espresso il suo voto. Ma chi lo assicura? "Io ricevo in continuazione email dalle autorità diplomatiche – dice Livolsi – ma non abbiamo notizie su come sono stati reclutati gli scrutatori né sulla presenza di rappresentanti di lista in ambasciata".