1000 GIORNI

Renzi: governo nato per riforme, ora parola passa al popolo

Il premier: "Il popolo ha voglia cambiare, il Sì può vincere. Dal 2014 Pil su dell'1,6%, ma non ancora soddisfatti: abbiamo ancora fame e voglia di crescere"

"Questo governo è nato per fare le riforme costituzionali, le abbiamo fatte e deciderà il cittadino se vanno bene o no". Lo ha detto il premier Matteo Renzi nella conferenza stampa per i 1000 giorni dell'esecutivo. "Tutti i sondaggi danno il No al referendum in testa. Si potrebbe buttarla sul ridere dal momento che nel 2016 non ne hanno azzeccato una sola. Ma vedo la partita referendaria totalmente aperta in ragione degli indecisi", ha aggiunto.

"Le buone ragioni che ci spingono a lottare per il Sì sono più forti che mai. Sono convinto che la maggioranza silenziosa degli italiani sappia scegliere sulla base del quesito poi potranno scegliere Sì o No".

"Se vince No verificheremo situazione politica" - "Se vince il No cosa accadrà al governo lo scopriremo solo vivendo... Seriamente io penso che questo referendum possa segnare davvero il cambiamento, questo governo è nato per cambiare e fare le riforme. Ove i cittadini bocciassero le riforme, verificheremo la situazione politica", ha spiegato.

"Popolo ha voglia cambiare" - "Sono 25-30 milioni le persone che andranno a votare e devono decidere se vogliono un'Italia che cambia o mantenere le regole di oggi. Ma ho girato tantissimo l'Italia e avverto forte che c'è un popolo che ha voglia di cambiare e continuo a pensare che, con buona pace degli istituti di sondaggi, ci sia lo spazio perché prevalga il Sì. Vedremo quanti saranno i votanti, i Sì o i No: sarà la democrazia a parlare. Ma questo non toglie niente ai 1000 giorni di governo".

"Fisiologica la fibrillazione dei mercati" - "Credo che sia fisiologico che davanti ad una possibile novità politica ci sia una fibrillazione maggiore dei mercati, personalmente reputo ovvio l'assioma riforme-Pil su e al contrario che lo spread salga se non si fanno. Detto questo però - ha sottolineato - chiarisco che il compito di chi sostiene il Sì non è usare la carta della paura ma cercare di riempire di motivazioni le ragioni del Sì. Bankitalia poi fa il suo mestiere".

"Abbiamo ancora fame e voglia di crescere" - "La crescita non è soddisfacente ma decisamente migliora: dal febbraio 2014 a oggi il Pil è cresciuto dell'1,6%" ed è tornato il segno più dopo che il segno era meno con i governi Letta e Monti. Inoltre "è diminuito il rapporto deficit-Pil" e migliorano gli altri indicatori economici, dal debito che scende ai consumi che salgono", ha spiegato il premier. "Siamo soddisfatti? No, abbiamo fame di futuro, ancora voglia di crescere. Ma i numeri dimostrano" che l'economia migliora.